SAN CESAREO 49^ SAGRA DELL’UVA: UVA QUASI NIENTE, MA TANTA LA FESTA
SAN CESAREO 49^ SAGRA DELL’UVA: UVA QUASI NIENTE, MA TANTA LA FESTA
QUATTRO GIORNI DI SPETTACOLI, DI ALLEGRIA E DI INTERESSANTI NOVITA’
Quattro i giorni dedicati alla 49^ Sagra dell’Uva, alla Cucina Casareccia e ai Prodotti Tipici Locali. Da giovedì 21 a domenica 24 settembre. Il tempo è stato buono. Solo la sera un po’ di freschetto. Fra tanta gente, comunque, con la buona cucina dello stand gastronomico e con appassionanti spettacoli, neppure si avvertiva.
Come sempre e come è ormai consuetudine, eccellente e determinante la partecipazione delle Associazioni di vario genere, come quella dei ragazzi della Parrocchia, della Banda e Coro Comunale, della Ginnastica Ritmica, della Full Dance, delle Mini Olimpiadi e così via. Vero volano della manifestazione la Pro Loco in sintonia con il Comune di San Cesareo.
I primi tre giorni sono rientrati in dei programmi, che hanno reso calda l’atmosfera della festa. Domenica 24, invece, il boom della Sagra. E’ arrivata una carovana di antichi carri da uva e da vino dalla vicina Zagarolo. E allora sì che si è visto, finalmente, uva, vino e folklore! In alcune delle botticelle e nei bigonci di uva e di vino ce n’era. Si offriva da bere a tutti.
Dopo il giro per le vie di San Cesareo accompagnati dalla Banda Comunale e dalle majorettes di Valmontone, i carri hanno sostato lungamente in piazza Giulio Cesare. Qui hanno continuato ad esibirsi sia i graditi ospiti, sia le majorettes che la Banda, diretta dal Maestro Federico Cechini.
Insomma la Sagra è andata oltre le attese, perché intelligentemente organizzata ed entusiasticamente partecipata. Certo non si può parlare di Mostra dell’Uva, perché di uva, in effetti, non ce n’è più. Quel poco che si vede è come una reliquia.
A nostro avviso, la tradizione deve sopravvivere alla grande. E’ una ricchezza per San Cesareo in termini di cultura, di storia, di folklore, di promozione di iniziative. Del resto, c’è anche la Cucina Casareccia, la tipica cucina romana-capranico-laziale, che ha reso famoso San Cesareo, grazie all’ormai mitica Anna Dente, conosciuta in tutto il mondo.
L’uva si può ricordare anche gustando un buon bicchiere di vino. E questo certo non manca. Ogni casa ne è fornita, producendolo, il più delle volte, in modo artigianale secondo le antiche usanze. Il “nettare”, così prodotto, non fa male alla salute, né dà alla testa, ma infonde allegria e cordialità. Aiuta a vivere meglio.
Pino Pompilio