PALESTRINA – SUL CASO DELLA DONNA COSTRETTA A PARTORIRE A FROSINONE SI CERCA LA VERITA’
Ha suscitato un certo scalpore la notizia apparsa su molti giornali online e cartacei, della donna di Segni che dopo una peripezia negli ospedali di zona è stata costretta, per salvare suo figlio, prematuro, ad un ricovero nell’unica struttura attrezzata che è quella di Frosinone. Si legge infatti:
“Sanità, tour in tre ospedaliper trovare posto per il parto
Odissea di una coppia di Segni: il piccolo nato prematuro a Frosinone dopo che la mamma è stata respinta a Colleferro e non ha trovato strutture adeguate a Palestrina.
Una vera e propria odissea, un tour di tre ospedali prima di trovare quello attrezzato per affrontare un parto prematuro alla 34ma settimana. E’ l’avventura vissuta da una coppia di Segni, per fortuna terminata con il lieto fine: il piccolo è nato e sta bene, la mamma anche. Ma è stata una corsa contro il tempo con il terrore che qualcosa potesse andare storto. La coppia infatti prima si è presentata all’ospedale di Colleferro, ma è stata respinta perché non ci sono più i reparti di ostetricia e ginecologia, accorpati a quelli di Palestrina nell’ambito della riorganizzazione della rete ospedaliera del Lazio decisa dalla giunta Zingaretti. La coppia dunque si è rivolta a quello di Palestrina, ma qui ha rifiutato il ricovero per la mancanza di strutture adeguate: i due sono stati informati che sarebbe stato necessario il trasferimento in un altro ospedale. Infine hanno trovato posto all’ospedale Spaziani di Frosinone, dove la donna finalmente ha partorito. Ora la vicenda rischia di diventare un caso politico.
La denuncia
Il caso è stato denunciato da Fabio De Lillo, consigliere regionale del Nuovo Centrodestra. «E’ facilmente immaginabile con quale preoccupazione i due genitori abbiano affrontato questo assurdo tour tra gli ospedali. Avevamo detto che chiudere i reparti di maternità a Colleferro, dove è presente peraltro anche una terapia intensiva, fosse un errore e che avrebbe creato non pochi problemi anche ai cittadini dei comuni limitrofi: non è con la sanità ragionieristica che si migliora l’assistenza ai cittadini del Lazio. Invece di inaugurare case della regione, Zingaretti si preoccupi di far funzionare gli ospedali».
L’interrogazione
«Presenterò un’interrogazione al presidente della Regione, Nicola Zingaretti, sul caso della partoriente di Segni che ha dovuto girare tre ospedali della provincia per riuscire a mettere al mondo il suo bambino» ha dichiarato Pietro Di Paolo, consigliere regionale dell’opposizione che ha denunciato la vicenda. «Tutto ciò – ha aggiunto – dovrebbe far riflettere Zingaretti e la cabina di regia per la sanità sulle scelte effettuate nell’ambito della riorganizzazione ospedaliera che dovrebbero tenere conto, accanto ai parametri ministeriali, anche delle caratteristiche delle strutture del territorio, in particolare la disponibilità o meno di servizi di emergenza. Se tra un ospedale e l’altro ci fosse stata qualche complicazione di chi sarebbe stata la responsabilità?”
Pronta la risposta del Capogruppo del PD alla Regione Lazio:
«Era necessario il ricovero presso una struttura ospedaliera con terapia intensiva neonatale – dice il capogruppo del PD in Consiglio Regionale Riccardo Valentini – La partoriente però ha rifiutato il ricovero all’Ospedale di Palestrina dalla cui struttura sarebbe stata comunque trasferita proprio per garantire la massima sicurezza in un parto che presentava alcune difficoltà, e si è quindi recata a Frosinone dove è stata assistita al meglio. La rete all’assistenza perinatale, nata sugli standard del decreto Ministeriale, ha quindi funzionato e davvero non si capiscono le polemiche dei colleghi dell’opposizione. Alla neo mamma vanno invece i nostri più sinceri auguri».
Alcuni sanitari di Palestrina pur mantenendo l’anonimato hanno voluto dire la loro. “Siamo esterrefatti – vuol far sapere una ostetrica – noi non abbiamo rifiutato il ricovero di nessuno e chi l’ha trasferita a Frosinone ben sapeva che nessuno dei nosocomi della zona era attrezzato per un’emergenza come quella che si è presentata a chi ha seguito il caso”.
“E’ un vero è proprio episodio di sciacallaggio da chi non accetta la ristrutturazione decisa dalla Regione Lazio. – ci dice un infermiere che sembra un sindacalista – Lo strano è che tutto è iniziato sotto il governo del centro Destra. Lo stesso che ora è sceso in piazza in difesa di qualcosa che è indifendibile”
ANTONIO GAMBONI