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Caro Direttore,

le invio queste righe con la speranza che voglia pubblicarle.

L’amministrazione comunale che guido da circa 80 giorni sta vivendo una fase importante e delicata, essa si trova infatti di fronte a due esigenze distinte:

la prima, e fondamentale, di avviare la programmazione pluriennale per la realizzazione del programma elettorale che abbiamo presentato e che dovremo essere in grado di realizzare.

La seconda di “sistemare” le tantissime questioni in sospeso lasciate dall’amministrazione uscente e che affollano la scrivania mia e della giunta, e che tanto peso hanno proprio nella redazione del bilancio previsionale.

A questo si aggiunga che lo statuto ed il regolamento del nostro consiglio comunale risultano ormai strumenti obsoleti, non più adeguati, pensati per regolare un comune più piccolo (e che quindi votava con una legge elettorale diversa) ed un consiglio comunale composto da 20 consiglieri e non dai 16 attuali.

Ho l’impressione che proprio su quest’ultima questione si stia incentrando, piuttosto che sull’operato politico e di programmazione, l’attenzione sull’attività della nostra amministrazione e quindi su questo ritengo opportuno presentare  qualche osservazione.

La mattina del 19 agosto si è tenuto un importante consiglio comunale dedicato all’approvazione del bilancio di previsione per l’anno in corso e la seduta è stata interrotta per mancanza del numero legale, con la conseguenza che il bilancio verrà approvato in una seduta successiva, già fissata per il 25 agosto, che si svolgerà con le modalità della “seconda convocazione”.

E’ bene chiarire alcuni aspetti che, se non ben compresi, rischiano di produrre un grave fraintendimento dei fatti.

Il regolamento attuale, quello che abbiamo ereditato dalla amministrazione precedente, quello cioè in larga parte non più applicabile, prevede che una seduta consiliare, per essere valida, debba vedere presenti almeno 10+1 consiglieri comunali escluso il sindaco, che pur votando in consiglio, risulta escluso dal computo ai fini della determinazione del numero legale.

Questa norma è inattuabile. Semplicemente. I consiglieri di maggioranza eletti sono in tutto 10!

Risulta facile comprendere come sia letteralmente impossibile per la nostra maggioranza garantire la legittimità delle sedute consiliari in prima convocazione e qualora la minoranza abbandoni l’aula, cosa peraltro che è nel pieno diritto di fare, l’unica possibilità è di ricorrere alla seconda convocazione, che come è noto ha proprio nella diminuzione del numero dei consiglieri necessari all’ottenimento del numero legale la propria principale peculiarità.

Così faremo infatti. La prima preoccupazione è quella di produrre atti amministrativi legittimi ed efficaci. Una deliberazione consiliare ottenuta in assenza di una certezza interpretativa sulla legittimità della seduta che la esprime, in particolare se riferita ad atti così importanti come l’approvazione del bilancio, sarebbe stata una scommessa ed una prova di forza inutile e pericolosa.

Abbiamo l’urgenza di modificare lo statuto comunale e molti regolamenti che non sono più idonei e che quindi, invece di aiutare indicando norme certe, aggiungono confusione e creano problemi interpretativi. Sottolineo però che la modifica di questi strumenti non può essere fatta di corsa ed a colpi di maggioranza. Stiamo parlando delle regole del gioco e quindi queste vanno certamente riscritte con il concorso di tutte le forze che siedono in consiglio, da maggioranza ed opposizione in un percorso condiviso. Non è solo il numero legale delle sedute che deve essere rivisto, ma una moltitudine di altre cose.

Alcuni esempi aiuteranno a comprendere.

Dobbiamo definire i criteri di formazione dei gruppi consiliari alla luce della nuova legge elettorale che consente l’aggregazione di più liste in sostegno ad un solo candidato a sindaco.

Dobbiamo recepire e regolamentare l’utilizzo delle moderne tecnologie in armonia con gli indirizzi generali di risparmio, questo comporta nuove metodiche di convocazione dei consigli e delle commissioni, nuove modalità di espletamento delle funzioni del consigliere stesso per l’accesso agli atti e nuove norme per l’obbligo di trasparenza nell’attività amministrativa.

Dobbiamo ripensare quelle regole per rendere la funzione amministrativa la più efficiente, semplice e comprensibile possibile.

Questo richiede tempo, attenzione e dibattito. Non la fretta.

Nel frattempo, se la minoranza intende approfittare delle carenze normative che i vecchi regolamenti ci hanno lasciato in eredità, è certamente libera di farlo. Se vorrà ancora abbandonare l’aula e chiedere la verifica di un’impossibile numero legale, è nel suo diritto. Questo non ci disturba, né rappresenta un problema. Delibereremo in seconda convocazione. Purché non si voglia spacciare l’impossibilità di ottemperare a norme che non sono più applicabili, come una debolezza della nostra coalizione. Purché non si scambino i cavilli normativi e la loro interpretazione con la buona amministrazione.

E’ davvero il simbolo di un’Italia che stenta a modernizzarsi la considerazione che un’assemblea eletta abbia difficoltà a funzionare legittimamente, perché i regolamenti interni restano vigenti anche quando sono chiaramente superati dalle leggi nazionali di riferimento!

L’entusiasmo e l’unione che avverto in giunta ed in consiglio sono grandi e rappresentano la nostra forza.

Il lavoro da fare è tanto e l’auspicio è quello di essere all’altezza.

I bizantinismi non mi appassionano e li lascio volentieri ai pochi che null’altro di meglio sembrano aver da fare.

La ringrazio per l’attenzione e lo spazio che vorrà dedicarmi,

Lorenzo Piazzai

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