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C’E’ CHI LA CHIAMA ASSISTENZA SOCIALE

 

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Ciò che sto per raccontare, per sommi capi, non è la trama di uno dei romanzi strappalacrime tanto in voga agli inizi del secolo scorso. E’ quello che succede ai giorni d’oggi, in un paese dell’ Hinterland romano. Una giovane mamma con due figlie è riuscita a fuggire dalle angherie del marito in Egitto e si è rifugiata in Italia, suo paese di origine. Da circa 3 anni risiede a Zagarolo e, anche se con mille difficoltà, riesce a sopravvivere con un lavoro saltuario e grazie anche all’aiuto di circa 200 euro al mese che il Comune le elargisce. Ma la signora non deve accudire solo le due figlie di 17 e 16 anni, ma anche un nipotino che la più piccola ha dato alla luce all’età di 14 anni. Mi è stato segnalato il caso, e sono stato messo al corrente di tutta la vicenda, dal Consolato di Hurghada dove è impiegata una mia amica. Mi ha telefonato pregandomi di prendermi a cuore la vicenda. Visto che dopo pochi giorni sarebbe stata sfrattata dall’Ufficiale Giudiziario e dalla forza pubblica, ho immediatamente informato chi di dovere a Zagarolo e qui sono iniziate le dolenti note. Lo sfratto è per morosità ed è riuscita ad avere una proroga fino ai primi di dicembre. Dopo di che verrà messa in mezzo ad una strada e le verranno tolte le due figlie e il nipotino. Da Erba è accorsa immediatamente la madre che ha cercato di muoversi nelle maglie di una burocrazia assurda. Appuntamenti con le assistente sociali saltati. Colloqui fissati ai quali non si è presentato nessuno. Questo è quanto ho saputo nei numerosi colloqui che ho avuto con l’anziana madre. Mi ha anche riferito che è stato informato anche il sindaco, senza ottenere nulla, nemmeno il sussidio che da oltre un anno non riceve, come pure una elargizione extra di 600 euro a suo tempo promessa e mai data.

Caro sindaco Piazzai, un buon amministratore si vede anche nei problemi quotidiani. E’ a conoscenza di questa situazione? E l’Assessore competente è a conoscenza della superficialità con cui opera chi è preposto a certi Uffici? Noi continueremo a seguire la vicenda con la speranza che tutto si risolva per il meglio. Non vorremmo assistere a qualche colpo di testa che una mamma disperata potrebbe compiere.

                                                                                    ANTONIO GAMBONI

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