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“IL CENTRO E’ ORMAI UN PUNTO DI INCONTRO E AGGREGAZIONE
NON SOLO PER I SANCESARESI”

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L’anno appena trascorso ha visto, anche se pur debole, una certa ripresa dell’economia. Gli italiani spendono di più e sono abbastanza ottimisti ed affermano che oramai il periodo delle vacche magre è ormai archiviato. Ma è anche tempo di bilanci, ecco perché abbiamo voluto intervistare Mauro Ginepri, il presidente del Centro Commerciale, per sapere se è vera questa ripresa economica o è solo nelle dichiarazioni di chi ci governa.

Presidente , si è concluso l’anno commerciale 2015 , considerazioni e valutazioni sull’andamento del “Centro Commerciale la Noce” a due anni dallo start-up .

Giusto in questi giorni ho ricevuto i report di dicembre delle singole attività operanti  all’interno del Centro  che mi hanno permesso di avere un quadro completo dell’intero anno , e con mia soddisfazione è emerso che nonostante la forte contrazione degli acquisti, che accompagna la nostra economia da qualche anno, il Centro ha registrato un incremento del 25% rispetto al precedente, sia sul fatturato totale che del numero degli scontrini fiscali e quindi di presenze  clienti.

Personalmente  mi è capitato di frequentare  il Centro in più occasioni , come ad esempio la presentazione del mio libro “ L’unico capolavoro è vivere “ e sempre ho notato un continuo flusso di persone che a mio avviso non necessariamente erano lì per fare acquisti .

Vero, la nostra gestione, grazie anche alla valida collaborazione con il Direttore  Giuseppe Torre  è orientata a portare gente per  fare acquisti , ma anche a far considerare il Centro come punto di incontro e aggregazione  dove passare qualche ora   per giovani e meno giovani che purtroppo non hanno valide alternative offerte dal  nostro territorio. All’intero del centro organizziamo in continuazione  iniziative ludiche e culturali che stanno abituando  le persone  a pensare al Centro  come una “Piazza” dove incontrarsi e passare un po’ di tempo  avendo a disposizione tutti i servizi di cui si può avere bisogno.

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Qualcuno mormora che il Centro ha impoverito il Centro Storico di San Cesareo,  cosa ne pensa?

A mio avviso  l’impoverimento delle attività commerciali non si limita al centro storico di San Cesareo ma purtroppo riguarda l’economia di tutto il territorio italiano e europeo quale risultato anche di una scellerata polita che non ha capito che la ripresa può partire solo alleggerendo la pressione fiscale sulle piccole e medie imprese  che sono le uniche in grado di  produrre e rimettere in circolo liquidità . Conosco bene la situazione economico-commerciale del nostro territorio ,  con cognizione di causa , nel  ruolo di Presidente Confcommercio di  42 Comuni dell’area Prenestina e Tuscolana  posso affermare che quello che sta accadendo a San Cesareo  non è diverso da quello che accade a Zagarolo o Palestrina, Labico o Rocca Priora dove non sono  presenti  Centri Commerciali. Le attività storiche continuano a chiudere  sotto la pressione di continui e gravosi balzelli , ognuno di noi ha  un socio occulto che non rischia e partecipa solo agli utili , quando ci sono  , che si chiama “ Stato”   , per non  parlare della concorrenza  sleale che  viene  aumentando da parte della “ nuova classe imprenditrice “ di asiatici e extracomunitari  che si insediano sul nostro territorio nella maggior parte dei casi in “ beffa “ alle regole del gioco . Il nostro Centro Commerciale  nasce da una idea che viene da oltre 15 anni  , in tempi non sospetti , quando la proposta veniva  in modo  spontaneo dalla base , dai commercianti locali , che volevano organizzarsi  per  contrastare  la continua colonizzazione da parte dei grandi “ fondi” che aprivano Centri Commerciali  nella Capitale e nella Provincia Romana . Purtroppo la  “ nostra nota burocrazia pubblica”  ha fatto sì che questo programma  avesse le autorizzazioni solo molti anni dopo , nonostante l’intervento fosse interamente realizzato in assenza di  contributo pubblico  ,  in un periodo che vedeva uno scenario completamente diverso da quello che aveva partorito l’idea. Questo nuovo contesto  ha visto mutamenti anche nel mondo creditizio , che ha portato gli Istituti di Credito a non dare fiducia a queste iniziative  e soprattutto a imprenditori che pur già operando nel nostro Comune volevano investire vedevano nel centro Commerciale una opportunità di rilancio .  Il mio rammarico è che  avrei voluto più operatori  locali all’interno “ della Noce “, i quali avevano diritto di prelazione su tutti , ma anche a causa della crisi economica e della difficoltà di accesso al credito o magari perché semplicemente non ci hanno creduto , hanno dovuto  fare un passo in dietro per lasciare spazio a imprenditori più strutturati.  Comunque  il Centro Commerciale ha avuto un ruolo fondamentale  anche dal punto di vista occupazionale , un indotto che vede all’ attivo  oltre 300 addetti,    300 famiglie del territorio che senza la nostra iniziativa oggi probabilmente sarebbero  disoccupate.

Poco fa ha accennato  al ruolo che le Banche hanno avuto nel contesto territoriale e in particolare del Centro “La Noce” , in questi giorni è di dominio pubblico  che la Banca di Credito Cooperativo del Tuscolo stia passando un periodo non semplice, considerando anche il ruolo di Vicepresidente che ha avuto negli anni passati. Voci di popolo asseriscono  che questa difficoltà sia una conseguenza di una esagerata esposizione dell’Istituto per la realizzazione del Centro, cosa c’è di vero? 

La ringrazio della domanda che mi permette di fare chiarezza sull’argomento, anche in funzione dei miei trascorsi come giustamente afferma. Inizialmente  la Banca di Credito Cooperativo del Tuscolo aveva dato la disponibilità ad una operazione di finanziamento  in pull con altri Istituti di Credito   operanti  sul territorio  ma , proprio per quello che accennavo pocanzi , e cioè alla non fiducia nel finanziare iniziative importanti  che investono  nel  settore del commercio  in un contesto economico  negativo, hanno portato la Banca Tuscolo a rinunciare.  

Il  mutuo edilizio per la realizzazione del Centro  “ La Noce”  è stato concesso  interamente ed esclusivamente da un altro Istituto  che ha creduto nell’iniziativa ed è  Banca Intesa San Paolo. Gli stessi  operatori  all’interno del Centro  non avendo avuto  facilità nell’accesso  al credito hanno trasformato i loro contratti di acquisto in contratti di affitto e da quello che risulta a me la Banca del Tuscolo non ha finanziato nessuno dei pochi acquisti che i singoli operatori  hanno effettuato.

Pertanto è assolutamente falso che ci sia una eccessiva esposizione dell’Istituto del Tuscolo nella nostra iniziativa. Per quello che riguarda “un periodo non semplice”  della Banca  come Lei lo definisce, da Socio  credo che riguardi non solo la Banca di Credito Cooperativo del Tuscolo , ma rientri in un processo di  riforma e ristrutturazione  di tutto il sistema bancario del  Credito Cooperativo a livello Nazionale  tendente alla riduzione della frammentazione  di piccole realtà e al rafforzamento patrimoniale, percorso programmato dalla Banca Europea, con il quale, chi prima e chi dopo , dovrà necessariamente confrontarsi.

                                                                                      Antonio Gamboni

 

 

 

 

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