Il braccio di ferro tra De Angelis e Magliocchetti condiziona la politica prenestina
Il braccio di ferro tra il sindaco Adolfo De Angelis e il vice Manuel Magliocchetti, fintamente dissimulato in ogni circostanza pubblica, continua ad alimentare l’incertezza della politica prenestina.
Oltre all’urbanistica, dove gli evidenti limiti dell’ex segretario di Rodolfo Lena hanno creato una voragine nel bilancio per le mancate entrate prodotte finora, le ripercussioni più pesanti si hanno nella pressoché totale perdita di controllo della macchina amministrativa.
Le carenze a livello dirigenziale, dove tutto è nelle mani del direttore di ragioneria Innocenzio Mariani e dell’ex direttore generale Maurizio Sabatini, creano non poca confusione nell’organizzazione del lavoro, che ha il proprio apice nella frammentazione degli uffici con i dipendenti sparpagliati ai quattro cantoni: dall’ex carcere di Sant’Antonio a Palazzo Verzetti, dagli uffici Asl di Porta San Martino alla ex sede della pretura in via Pedemontana, dal comando della Municipale in corso Pierluigi agli operai in via Ceciliana. Una suddivisione assurda che agevola chi ha poca voglia di fare e rende la vita impossibile a chi vorrebbe lavorare.
Non aiuta nemmeno il balletto delle deleghe che il sindaco De Angelis ha messo in scena nei giorni scorsi, smascherato dal consigliere di minoranza Giuseppe Pizziconi, punendo dapprima il proprio vice sindaco e tornando sui propri passi dopo la minaccia di mandare deserto il Consiglio sulla giornata della memoria.
Imbarazzo, da parte dei due, nel recente consiglio comunale di lunedì quando sono stati chiamati a spiegare cosa fosse accaduto e il sindaco ha balbettato improbabili spiegazioni che non hanno convinto nessuno. Nella stessa seduta ha stupito anche il siparietto messo in scena dai due ex amici Ludovico Rosicarelli e Giuseppe Pizziconi sul Consorzio Strade vicinali dove, dopo la scalata di Rosicarelli ai vertici, i rancori tra i due eletti nella lista di Adesso Noi sono esplosi in uno scambio nemmeno troppo velato di accuse in pubblico.
Intanto, dopo la cerimonia di conclusione del cemento armato, si sono di nuovo fermati i lavori al parcheggio multipiano ai quali si aggiunge l’interminabile rifacimento del marciapiede di viale della Vittoria (iniziato da cinque mesi), il totale abbandono del progetto della biblioteca comunale, il degrado del palazzo dello sport di via Folcarotonda, la mancanza di chiarezza e di trasparenza per quel che riguarda Pip e area 167.
Ma in molti sostengono che a Palestrina vada tutto bene!
Antonio Gamboni