Sharing is caring!

 

IMG_3361

Sabato scorso Palestrina ha vissuto un intero pomeriggio dedicato a tre eventi pubblici che, potremmo dire, avevano come comune denominatore “la cultura dell’incontro”.

Il primo organizzato, presso la chiesa della Sacra Famiglia dall’Azione Cattolica diocesana, rifletteva sul passo biblico Lc 2, 1-20 “l’incontro che stupisce: i pastori incontrano Gesù”.

Il tema del Viaggio,  durante il quale avvengono “incontri”, è l’argomento scelto per l’anno associativo 2015-2016 dall’AC nazionale, il cui materiale è raccolto nella guida intitolata “Viaggiando”.  Il tema dei pastori, la cui rappresentazione è splendidamente raffigurata nel quadro di Andrea Mantegna, che è stata presa come icona della giornata di riflessione, è stato attualizzato partendo proprio da come venivano considerati  i pastori all’epoca di Gesù: dei delinquenti, scarti della società palestinese, che rivivono oggi nelle figure dei migranti che si mettono in viaggio per sfuggire alla fame e alla guerra.

Il secondo, organizzato dal Circolo Simeoni, presso la sala delle Trifore di Palazzo Barberini, ha visto la presentazione di due pubblicazioni, edite nell’ambito della  Terza giornata di studi in onore di Irene Lombardo (tenutesi a Palazzo Rospigliosi di Zagarolo il 12 dicembre 2015). Il primo volume dedicato alla  storica dell’arte, scomparsa nel 2012, dal titolo “Sui sentieri del Grand Tour”, “raccoglie gli studi di Irene Lombardo  riguardanti il Viaggio in Italia, momento culminante del Grand Tour, viaggio che nel XVII e XVIII secolo coronava la formazione dei giovani rampolli dell’aristocrazia europea”. E’ stato ricordato, come l’espressione Grand Tour abbia fatto la comparsa per la prima volta nel 1670 sulla guida The Voyage of Italy di Richard Lassels e che il libro di Thomas Coryat Coryat’s Crudities (1611) sia spesso considerato come l’inizio della mania per il Grand Tour. Una frase di Coryat è rimasta famosa:“Le grandi città sono invase dai ciarlatani e da una specie più raffinata di comici, non più acrobati, ma attori in sale per spettatori paganti. In questo teatro ho visto cose mai viste prima: ho visto recitar le donne!”

Altri viaggiatori poi, nel corso dei secoli, hanno intrapreso viaggi in Italia da Goethe nel 1786 a Chateubriand nel 1803, a due colonne del cristianesimo contemporaneo Dietrich Bonhoffer (1924) e Simone Weil (1937).

Ma tra i tanti sicuramente due viaggiatori meritano di essere ricordati, il primo è Guido Ceronetti che nel suo viaggio nel 1983 scriveva con la sua solita amara ironia:

“Viaggiare in Italia: spariti la Bellezza visibile, le malattie veneree, le epidemie, le bocche sdentate, la miseria, i casini, i mestieri, le sale da ballo, l’avanspettacolo, i barbieri, i caffè, i miracoli, le guerre, i preti, che cosa resta da scoprire a un povero scrittore?”

La verità e la sagacia di Ceronetti ci spingono a riflettere su quanto ognuno di noi, nelle proprie città, si sia reso colpevole per la bellezza, vinta dall’indifferenza e dall’egoismo, e di quanto si sia in debito con la storia e la cultura del nostro Paese, considerazioni che sono emerse anche nel corso dell’incontro:  .

“Finché esisteranno frantumi di bellezza, qualcosa si potrà capire del mondo. Via via che spariscono, la mente perde la capacità di afferrare e di dominare. Questo grande rottame naufrago col vecchio nome di Italia è ancora, per la sua bellezza residua, un non pallido aiuto alla pensabilità del mondo.”

Parlando di Grand Tour poi,  non si può non ricordare del viaggio in Italia nel 1896 dei fratelli Mann,a cui Palestrina ha dato molto, basti ricordare “il doctor Faustus”:

…Il paese era Palestrina, il paese nativo del compositore, detto anche Preneste e ricordato da Dante nel XXVI canto dell’Inferno come Prenestino…una cittadina pittoresca appoggiata ai monti, alla quale dalla piazza inferiore della chiesa si sale per una strada a ripiani ombreggiata dalle case e non proprio pulita…”.

E a questo Viaggio il Circolo Simeoni nel 1989 ha dedicato un convegno dal titolo “Heinrich e Thomas Mann a Palestrina”. Ma il tema del viaggio continua ancora ai nostri giorni con la pregevole iniziativa portata avanti dall’Associazione Lupus in Fabula che ogni anno organizza L’Albatros, il “Festival della letteratura di viaggio”.

Il secondo volume presentato riguarda la tesi di laurea di Alessandro Marziale, giovane architetto di Zagarolo che “ipotizza una rivalorizzazione del territorio” zagarolese dal titolo “Riviviamo la vite, parco a tema: Alla scoperta del vino nella produzione dello Zagarolo DOC”. Scrive nella prefazione il prof. Enrico Genovesi: “Le opere che l’uomo ha realizzato nei secoli, per insediarsi in questo territorio, sono state pregevoli e commisurate alle condizioni vocazionali dell’ambiente naturale fino alla metà del secolo scorso. Un lavoro di generazioni e generazioni di contadini ed artigiani che, una dopo l’altra, si sono succedute con un particolare senso della misura nel dialogo con l’ambiente. Secoli difficili per i pericoli e i pochi mezzi a disposizione ma anche tanto importanti per modellare il territorio”.

L’incontro è stato anche l’occasione per il Presidente del Circolo Paolo Walter di Paola per annunciare la prossima iniziativa programmata per venerdì 19 febbraio alle ore 18: la presentazione del libro  di Angiolo Marroni “Una storia raccontata male” edito da Mincione Edizioni.

IMG_3362

Il terzo evento, organizzato dal Laboratorio Prenestino, ha visto presso l’Infopoint la presentazione, dopo quella avvenuta a San Cesareo, del libro di Antonio Gamboni, direttore di questo giornale, dal titolo “L’unico capolavoro è vivere”.  Su questo evento ne ha scritto ampiamente, su questo stesso giornale, Gioia Cafaro domenica 14 gennaio con un articolo dal titolo “Palestrina celebra Antonio Gamboni con il suo libro, ma non solo per quello”.

IMG_3363

I tre eventi culturali, che purtroppo per orario finivano per sovrapporsi, hanno visto una larga partecipazione di pubblico, e sebbene preparati separatamente avevano tutti e tre al centro della riflessione il tema dell’incontro. Gli incontri che si fanno viaggiando alla ricerca di Dio, gli incontri che nel corso di un viaggio facciamo con le bellezze e anche le bruttezze del nostro territorio, gli incontri che un uomo, che ha attraversato più della metà del novecento, ha fatto nel corso della sua vita.

Roberto Papa

Comments

comments