SAN CESAREO: LA MAGNALONGA NON E’ UNA COSA FISSA ANNI SI’, ANNI NO, QUESTO E’ NO
Il 2 giugno del 2006, sotto il regno del Sindaco Gaetano Sabelli, per la prima volta a San Cesareo, grazie all’iniziativa della costituenda “Associazione Amici di San Cesareo” c’è stata la cosiddetta Magnalonga. A dare il via il vice Sindaco, Angelo Pera. La Magnalonga ha riscosso da subito un grande consenso non solo da parte dei sancesareesi, ma anche di gente di fuori, venuta a conoscenza del fatto. Oltre seicento i partecipanti.
Quando si tratta di mangiare, di stare insieme a tante altre persone, di divertirsi, di trascorrere una giornata diversa si dice “ sì”, senza pensarci due volte. Il costo, poi, di soli 5 euro iniziali, salito via via nelle edizioni successive, era alla portata di tutte le tasche. Pagato il ticket, si aveva diritto alle numerose consumazioni: dai bar della piazza per la prima colazione, fino alla cena sotto i cedri de “La Villetta”. Tutto no stop.
Inoltre, se la giornata era bella, era piacevole camminare tra il verde rigoglioso dei campi, delle siepi dei sentieri di campagna, dei boschi che circondano San Cesareo. Dopo il via la carovana si incamminava lungo il tragitto stabilito dagli organizzatori. Variazioni ce ne sono state nel corso delle 8 edizioni della Magnalonga. Puntuale sempre il servizio dei ragazzi della Protezione Civile . Immancabile anche la presenza della CRI per eventuali interventi.
Acqua a volontà per dissetare i marciatori durante i lunghi tratti percorsi a piedi. Per mettere qualcosa sotto i denti, qualcosa di buono e di stuzzicante non c’erano lunghe attese. Frequenti e ombreggiati gli stop, dove fare il pieno, un pieno che faceva segnare subito rosso, perché più viaggi, più vai veloce, più consumi.
Poi il pranzo, la sosta più lunga, la vera “abbuffata” della Magnalonga. Interminabile. Ma mica finiva lì. Alla ripresa della marcia un altro obiettivo enogastronomico, la merenda, faceva da antipasto alla conseguente cena. Menu fisso: spaghetti aglio, olio e peperoncino e altro ancora. Sulla vicina pista di pattinaggio si ballava al suono di organetti, di fisarmoniche e altri occasionali strumenti
Quest’anno nulla di tutto questo. La verità è che non è disponibile un posto capace di ospitare al coperto centinaia di persone. C’è il Pallone, ossia il Palazzetto dello Sport, ma, per diverse ragioni, il Sindaco non lo ha concesso a nessuno. Fatto sta che la Magnalonga non si fa. Rimane, tuttavia, la speranza che negli anni futuri si possa riprenderla. Le allettanti tappe del lungo giro della Magnalonga fanno sognare ad occhi e a stomaco aperti.
Pino Pompilio