Giubileo delle rievocazioni storiche e la scossa di terremoto del 30 ottobre
Alcune considerazioni del Presidente del Consiglio Comunale di Palestrina Emiliano Fatello
Ieri ho avuto il privilegio di rappresentare Palestrina insieme al nostro Palio di S. Agapito al Giubileo delle rievocazioni storiche. Non so se accade a tutti gli amministratori, credo di si, ma quando mi trovo ad indossare la fascia mi emoziono troppo. Perché penso alla nostra storia e alla responsabilità che ho in quel momento.
Sono momenti in cui io non sono più il Presidente del Consiglio. Non mi chiamo più Emiliano, mi chiamo Palestrina. E sfilare, parlare, rappresentare la mia città e i miei cittadini è un compito prezioso e un onore unico che non dimenticherò mai, neanche tra 50 anni. Ringrazio Dio ogni giorno di questo grande privilegio che ho ottenuto e prego Dio sempre di darmi la forza per lavorare al meglio.
Questa mattina si è partiti dai giardini di Castel S. Angelo con una sfilata di tantissime città italiane tutti in abiti storici. Giunti in Piazza San Pietro, dopo aver sfilato in Viale della Conciliazione, abbiamo ascoltato l’Angelus del Papa, poi la Santa Messa celebrata da Monsignor Fisichella e infine varcata la Porta Santa. Insomma una bella giornata.
Però… però, c’era un’atmosfera strana. Sembravamo storditi. Come se sbattuti, shakerati e poi tirati fuori da una bottiglia. Questo terremoto, sentito bene anche a Palestrina, non è passato inosservato. E’ stato breve ma intenso. Sembra quasi come se a noi non tocchi mai, che non possa colpirti il terremoto e invece… Tutto ciò non dovrebbe metterci paura, anzi dovrebbe responsabilizzarci tutti e migliorare l’organizzazione, farci preparare ad un possibile dramma simile.
Pianificare la sicurezza e gli interventi in condizioni di emergenza. E questo lo dobbiamo fare veramente. E giuro su tutto ciò che ho di più prezioso, che non farò altro per Palestrina, come lo stiamo facendo da alcuni mesi. Mentre camminavo su Viale della Conciliazione, mi tornavano in mente come dei flashback, alcune immagini e momenti di vita che mi riportavano prima di tutto alle 7.40 circa mentre durante la scossa, tentavo di riparare Letizia sotto il tavolo. In una frazione di secondo rimani quasi come congelato in attesa di capire se sta per crollare tutto. Che sensazione d’impotenza!
Poi mi sono ricordato i bellissimi capodanni passati con gli amici in Umbria e nelle Marche. Abbiamo visitati tantissimi centri oggi protagonisti per le dannate scosse: Perugia, Cascia, Norcia, Ascoli Piceno, San Severino Marche. Poi tanti luoghi visitati per lavoro come Macerata, Fermo, Città di Castello, Cingoli, Arezzo e poi tutto il litorale marchigiano. Regioni bellissime, ricche si storia, cultura, ambienti naturali meravigliosi, gente bellissima, sempre accogliente e disponibile.
Tutti in ginocchio, colpiti, fisicamente ma anche psicologicamente. Perché questo sembra un terremoto infinito. Spero che si possa realizzare veramente ciò che il Governo va dicendo, ossia che tutto sarà ricostruito. Lo spero per tutte queste persone, per le quali oggi a piazza S. Pietro ho pregato insieme al Papa, insieme a tutti i presenti.
Ho pregato durante la cerimonia e mentre ho varcato la Porta Santa. Ho pregato per tutti noi amministratori per ottenere la giusta forza per realizzare quanto di meglio si possa fare per la città. Ho pregato per la nostra Palestrina. Ho pregato per tutte queste persone che stanno soffrendo in modo atroce. Ho pregato per tutti i soccorritori affinché le loro mani siano sollievo e soluzione. Ho pregato per gli amici di Leonessa che durante il viaggio per Roma, sono stati avvisati che stavano evacuando il loro centro storico, costringendoli così a tornare indietro verso un destino duro e ignoto.
Noi dobbiamo continuare ad andare avanti, fare il nostro e costruire ogni occasione possibile per vivere nelle nostre città e non sopravvivere. Per tanto vi allego oltre a qualche foto della giornata, le belle parole e l’intervento del Papa sulla giornata di oggi.
Emiliano Fatello