Sharing is caring!

A seguito del comunicato da noi ricevuto e pubblicato qualche giorno fa (qui) dal Movimento 5 Stelle riguardo la questione della discarica di Carchitti, per la quale si sta attaccando la Raggi e il Movimento stesso, abbiamo approfondito il discorso con Andrea Saladino, Consigliere presso il Comune di Palestrina per il M5S, e Piero Scaldaferri, esponente del Comitato Cura&Salvaguardia del territorio di Carchitti-Valvarino.

Questo perché ricordavo che si parlava della discarica di Carchitti già da diversi anni, nel 2005, ricordo che all’epoca il rischio era molto più concreto di ora… e ricordo anche che la massima carica comunale era Rodolfo Lena, mentre in regione c’era Marrazzo… insomma PD.

Andrea Saladino ci ha confermato i nostri dubbi: “E’ una vera e propria strumentalizzazione di un comunicato informativo ricevuto dall’Area Metropolitana che riporta soltanto i termini di una legge REGIONALE che stabilisce la mappatura dei luoghi che potrebbero essere adibiti a discarica. Questa legge del 1986 dice che le ex cave potrebbero espletare questa funzione ed individua tutte le aree della provincia di Roma dove sussistono delle cave dismesse, tra cui Carchitti. Quindi che Carchitti era stata individuata dalla Regione come zona di possibile utilizzo ai fini della discarica si sapeva da anni. Da quando faccio parte del Consiglio Comunale ho portato, insieme al collega Giuseppe Pizziconi,  più volte in consiglio varie questioni legate ai rifiuti, con interrogazioni mai risposte, mozioni mai valutate e denunce andate in dimenticatoio. Da tempo segnaliamo, infatti, che proprio a Carchitti, nella zona incriminata, ci sono depositi abusivi di rifiuti per colpa di incivili, chiedendo l’intervento, una prima bonifica è stata fatta ma a poco serve se non si sorveglia, infatti pochi giorni dopo i depositi si erano riformati. Proprio in queste ulltime ore abbiamo saputo di un deposito di amianto in quantità enorme, si parla di almeno 20 mt lineari, di cui è stato chiesto lo smaltimento. Nessuno ci ascolta… intanto la gente si ammala per la vicinanza a questo mostro ma noi in Consiglio Comunale non abbiamo risposte.”

Andrea Saladino ci parla anche di proposte concrete per evitare l’abbandono selvaggio di rifiuti pericolosi o ingombranti da parte di persone incivili, la proposta più efficace ed economica avanzata, ma ignorata, è il posizionamento di foto trappole la cui efficacia, rispetto ai costi, è stata ampiamente provata in altri Comuni. A Pomezia, ad esempio, il Comune ha individuato molti responsabili ed emanato multe che in brevissimo tempo hanno ripagato l’acquisto costituendo anche un guadagno ed ora il fenomeno è molto ridotto.

Improvvisamente nasce un banchetto in piazza a Carchitti (ma non erano vietati? ad altri sono stati negati) per la raccolta di firme contro la possibilità remota che a Carchitti arrivi una discarica di rifiuti, ed al banchetto ci sono Rodolfo Lena (Consigliere Regionale) e Adolfo De Angelis (Sindaco di Palestrina)… PD.

Piero Scaldaferri sulla sua pagina facebook scrive: “Nel 2005, come coordinatore del Comitato Anti Discarica Carchitti-Valvarino, consegnai al Presidente della Regione Lazio Marrazzo, un plico con circa 5000 firme raccolte contro un fatto concreto, una decisione presa, un documento ufficiale, un DECRETO REGIONALE. Qui si chiede un autografo contro cosa? Per poter domani dire “siamo stati noi ad evitarla!”? Il consenso cui mira il terrore psicologico, alla fine non regge la realtà e si sgretola.
Perché si dimentica, o meglio si omette di dire, che l’ultima parola in materia di autorizzazioni discariche spetta alla Regione, guidata dallo stesso partito che ha preso tale iniziativa. Quindi, è quasi come raccogliere le firme contro se stessi! Nel teatrino della politica, questa forma di avanspettacolo a Carchitti mancava!”

E’ l’ulteriore conferma di quello che già pensavamo, abbiamo, quindi, recuperato l’atto che ha scatenato l’ira dell’Amministrazione Comunale, la lettera inviata dalla Città Metropolitana di Roma Capitale a tutti i Sindaci dei Comuni inclusi nella mappatura che la Regione fece a suo tempo (in base ad una legge del 1986) delle aree individuate come idonee ad accogliere una discarica.

Su tale documento si legge: “La scrivente Amministrazione, nel rispetto degli obblighi di legge, in seguito alla pubblicazione sul BURL del 14 marzo 2012 del Piano Regionale Rifiuti della Regione Lazio, in data 19/11/2012 con prot. 177300 ha trasmesso le tavole che individuano le aree al Ministero dell’Ambiente, alla Regione Lazio e al Comune di Roma per le valutazioni di competenza.”

2012… Regione Lazio, Piano Regionale… PD.

Sempre su tale documento leggiamo: “Conclusioni: lo scopo del presente lavoro è quello di fornire una mappatura delle aree idonee e non idonee per il posizionamento degli impianti di trattamento, recupero e smaltimento dei rifiuti da poter mettere a disposizione delle amministrazioni locali e statali per la futura localizzazione di siti. […] Vanno comunque sempre viste come una fase preliminare che deve essere seguita da studi più specifici e dettagliati per quanto riguarda la morfologia, geologia del sito […] Si rimane a disposizione per le eventuali osservazioni che dovranno essere inviate entro e non oltre 60 giorni lavorativi dal ricevimento della presente.”

Basta, quindi, mandare entro i tempi indicati alla Regione Lazio, a Città Metropolitana e al Ministero dell’Ambiente la documentazione che attesta che la ex cava di Monte Castellaccio a Carchitti, frazione di Palestrina, sorge su un’area con un vincolo idrogeologico importante essendo nelle vicinanze della sorgente di acqua della Doganella che rifornisce il fabbisogno idrico di tutto il territorio. Con tale documentazione si può essere individuati nella mappatura fatta e da aggiornare come zona non idonea e, di conseguenza, scongiurare il pericolo ora e in futuro… cosa che poteva anche essere fatta nel 2005 e negli anni a seguire.

Alla luce di tutto questo il polverone alzato dall’Amministrazione Comunale di Palestrina di questi giorni ci sembra alquanto allarmistico poiché si basa su una ipotesi che potrebbe essere fugata senza per forza dover terrorizzare la popolazione.

Piuttosto sarebbe meglio se ci si occupasse dell’amianto depositato da tempo in zona, oppure del contratto stipulato con la società che gestisce la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti che presenta anomalie in almeno 7 punti (di questo parleremo in seguito)… e anche di dare una risposta a tutte le interrogazioni, mozioni e richieste a cui non è stato ancora dato seguito.

Gioia Cafaro

 

Comments

comments