Una storia nera di Antonella Lattanzi a Velletri
“Serve un approccio critico alla cronaca”
Una storia strana, che potrebbe essere sul giornale di domattina, nelle pagine della cronaca nera. Una scomparsa, quella del co-protagonista Vito Semeraro, che rende la narrazione avvincente dopo un evento amichevole e sereno come il compleanno di una bambina, sua figlia. Una storia nera di Antonella Lattanzi è stato il romanzo protagonista del giovedì di “Velletri Libris”, rassegna internazionale di letteratura ideata dalla Mondadori Bookstore Velletri-Lariano in coproduzione con la Fondazione di Partecipazione Arte & Cultura Città di Velletri. La scrittrice nativa di Bari, di fronte al pubblico veliterno, ha parlato di sé e del suo modo di fare letteratura. Il suo terzo romanzo, infatti, non è un’autobiografia ma una visione oggettiva di un fatto che potrebbe essere di grande attualità.
Non si fossilizza, però, sul femminicidio o sul delitto in genere, né scade nei luoghi comuni dei rapporti coniugali, al contrario cerca di fornire al lettore le chiavi per un’interpretazione personale e si presta molto anche come soggetto di un eventuale film. La Lattanzi, che sta girando l’Italia per parlare del suo ultimo lavoro e che ha importanti trascorsi anche come collaboratrice e autrice cinematografica, ha letto numerosi passi del libro per spiegare meglio alcuni dettagli. Senz’altro il giallo fa da sfondo alla storia, con un titolo così evidente, ma per la scrittrice classe ’79 la letteratura deve virare verso la verità e quindi la narrazione tende all’oggettivo.
È bello che ognuno possa avere una propria visione dei fatti, anche staccandosi dagli stereotipi, e la collaboratrice de Le invasioni barbariche ha raccontato la sua passione personale per la cronaca, a patto che non sia spettacolarizzata. “Il mio programma preferito – ha detto in risposta ad uno dei quesiti di Ezio Tamilia – è Un giorno in pretura, perché lì c’è una cronaca nuda e non vi sono filtri. Si può quindi maturare un’idea seria dei casi di cronaca, senza dividersi o parteggiare per questo o quell’imputato”. “In questo romanzo ho cercato di essere oggettiva il più possibile, ho utilizzato la formula del ‘correlativo oggettivo’ per dare modo al lettore di spaziare con la mente. Non c’è nulla di autobiografico, soltanto la volontà di immaginazione”.
Tra le varie tappe del suo “tour letterario”, la Lattanzi ha ricordato quando in Puglia, nella sua regione natale, una persona si è avvicinata dicendole quanto si rispecchiasse profondamente in questa storia. L’ambientazione, però, è a Roma e rappresenta in parte un collegamento con la vita dell’autrice barese: “Per me trasferirmi a Roma è stata una trasformazione importante, e i gabbiani che all’inizio mi sembravano una specie di simbolo che mi ricordava la mia città si sono poi trasformati, con i loro fastidiosi vagiti, in un vero e proprio incubo. Li ho ben presenti anche nel momento in cui scrivevo questo romanzo”.
Senza svelare troppo lo scioglimento della trama, la conversazione con la scrittrice è proseguita in maniera amichevole e interessante, tra passi letti e riflessioni sulla cronaca che deve essere trattata in modo consono e non spettacolarizzata. “Io sono sempre stata appassionata di cronaca nera – ha dichiarato la Lattanzi – e mi sono documentata molto, leggendo tantissime storie, prima di scrivere. Credo però che occorra un approccio critico ai fatti violenti, perché altrimenti si rischia di degenerare e fare processi senza sapere cosa sia un processo”.
Dopo la presentazione un calice di vino e una degustazione come sempre di gran livello hanno concluso la serata, mentre Antonella Lattanzi, molto gentile e cordiale con tutti, si è intrattenuta con gli intervenuti per il classico firma-copie e anche per rispondere ad alcune curiosità. L’organizzazione ha ringraziato gli sponsor (Banca Popolare del Lazio, Allianz Assicurazioni, Casale della Regina e Piana dei Castelli) e si prepara al penultimo appuntamento: domenica sera, alle ore 21.00, arriverà nel Chiostro della Casa delle Culture la campionessa del mondo di tennis Mara Santangelo.
Rocco Della Corte