Franca Fantuzzi, una tessitrice di sogni.
Di Romina Russo
Franca Fantuzzi è un’artigiana ed insegnante di tessitura al telaio che, dopo aver mosso i primi passi nel mondo dell’associazionismo zagarolese, è approdata, con le sue creazioni favolose ed i suoi corsi, nella Capitale, dove oltre a tenere regolarmente lezioni partecipa a numerosi eventi legati al mondo dell’artigianato tessile, nel quale ormai è diventata un’autentico punto di riferimento grazie al suo talento, al suo stile inconfondibile ed alla sua professionalità.
Noi de “La Notizia” abbiamo voluto incontrarla ed intervistarla, per conoscere i dettagli del suo sorprendente percorso e sottolineare come lo stesso possa essere un autentico paradigma di quanto l’artigianato possa e debba ancora essere un aspetto importante della cultura ed economia del nostro Paese.
Come e quando è nata la tua passione per la tessitura?
“Ho avuto la fortuna di crescere in un ambiente nel quale il lavoro sartoriale, e più generalmente artigianale, era di casa. E’ stato soprattutto mio padre a trasmettermi la passione per tutto ciò che viene creato e realizzato manualmente, e a stimolarmi affinché imparassi la lavorazione a maglia con i ferri. Il mio interesse per la tessitura a telaio si è manifestato quando, durante una gita a Civitella Alfedena in Abruzzo, mi sono imbattuta in un laboratorio dove c’era un enorme telaio a pedali che mi ha affascinata immediatamente. E’ stato proprio lo strumento, il telaio, a catturare la mia attenzione. Continua a farlo anche oggi, dopo tanti anni che pratico la tessitura manuale.”
Quando ci siamo conosciute, ricordo che ti definivi una “tessitrice bambina”. Oggi come ti definiresti?
“Oggi, sicuramente mi definirei una “tessitrice giovane”. Non certo per la mia età anagrafica, ma perchè nell’ambito della tessitura a telaio c’è ogni giorno moltissimo da imparare. Dagli albori della storia umana, quest’arte coinvolge tutte le popolazioni del mondo: ogni cultura custodisce una propria tradizione, e anche le tecniche più conosciute e diffuse subiscono delle varianti.”
Come si è evoluto il tuo percorso di artigiana e quali sono state le motivazioni e le circostanze che ti hanno portata a spostare e concentrare la tua attività a Roma?
“Il mio percorso di artigiana è nato nel 2004 collaborando con l’Associazione Culturale “Sinergie” di Zagarolo. Ho approfondito in seguito la mia formazione di base frequentando per tre anni la scuola di tessitura di Emilio Taliano, maestro straordinario capace di offrire sempre nuovi stimoli creativi. Nel frattempo, mi sono impegnata nella gestione di un laboratorio artigianale a Zagarolo, nel quale ho iniziato a mia volta l’attività di insegnante. Durante una manifestazione ho conosciuto poi una signora che mi ha proposto di aprire un piccolo laboratorio a Roma, in zona Campitelli, sfruttando un locale di sua proprietà che era da tempo inutilizzato. Ha avuto inizio in questo modo il mio percorso “romano”, sviluppatosi negli anni in varie sedi. Dopo qualche ricerca, ho finalmente trovato in zona Ostiense una sede sufficientemente spaziosa per garantire ai miei allievi l’ambiente ideale per l’apprendimento.”
Quali differenze hai incontrato nella ricezione della tua attività a Roma e in provincia?
“E’ innegabile che Roma offra diversi vantaggi rispetto alla provincia: un bacino di utenza molto più ampio e variegato, una cultura più dinamica e cosmopolita, e una maggiore disponibilità delle persone a spostarsi e a confrontarsi con nuovi stimoli. La zona dove ha sede il mio laboratorio è facilmente raggiungibile da varie parti della città, da quelle più centrali a quelle più periferiche. A Roma ho trovato inoltre un interesse molto maggiore nei confronti del manufatto artigianale, realizzato manualmente e con caratteristiche di unicità.”
Pensi che l’artigianato locale sia adeguatamente valorizzato dalle amministrazioni locali e apprezzato dai cittadini del nostro territorio? Quali interventi suggeriresti?
“Purtroppo l’artigianato locale non è assolutamente tenuto in considerazione dalle amministrazioni locali, e non viene affatto valorizzato. Se teniamo conto della vicinanza con la città di Roma il nostro territorio potrebbe diventare un potente richiamo per il turismo: grazie alla creazione e alla promozione di centri artigianali di qualità, si riuscirebbe ad attrarre un pubblico internazionale da sempre a caccia del vero Made in Italy. Questa lungimiranza, evidentemente, manca. Gli stessi cittadini si dimostrano disinteressati, quando non del tutto diffidenti.”
Che tipo di persone sono le tue allieve? Qual è la loro età media e cosa le spinge ad avvicinarsi alla tessitura?
“Parlerei in questo caso di allieve e allievi perchè l’interesse per la tessitura a telaio coinvolge sia donne che uomini. La tipologia è molto varia, la maggior parte degli studenti sono dei professionisti che si avvicinano a questa disciplina spinti da ricerche personali, incoraggiati da una passione nata da tempo, o magari semplicemente incuriositi dopo avermi visto lavorare nel corso di una manifestazione. La mia utenza ha una età media di circa 50 anni, ma anche molti giovani si stanno avvicinando con entusiasmo a questo mondo.”
Sei molto presente, con la tua attività, anche sul web, su Facebook e su siti specializzati come Etsy. Pensi che spetti anche ad Internet il merito di aver riportato in auge questo tipo di attività e, se sì, in quale misura?
“La diffusione capillare di informazioni tramite il web e i social network è fondamentale per promuovere l’artigianato e garantire il contatto da parte delle persone che sono alla ricerca di specifiche attività nei vari settori. Come ogni attività umana, anche l’artigianato si evolve e si trasforma per adattarsi ai sistemi di comunicazione più moderni.”
Che cosa è per te la tessitura? Come ha migliorato e cambiato la tua vita?
“Primariamente, la tessitura a telaio rappresenta per me un motivo di grande soddisfazione personale: mi consente infatti di “tradurre” in concreto ciò che prima esiste solo nella mia mente. Questa attività ha trasformato e migliorato la mia vita, consentendomi di conoscere molte persone diverse, con le quali posso condividere giornalmente questa passione.”
Perchè consiglieresti ad una ragazza di avvicinarsi a questa attività?
“Consiglierei a qualunque giovane di avvicinarsi a questa attività, non soltanto per la sua piacevolezza, ma perché ottimo complemento per chiunque desideri integrare in modo originale e creativo una formazione nel campo della moda e del design.”
Attualmente quali progetti stai portando avanti ?
“Assieme ai miei corsi di formazione – che rappresentano la mia attività principale – ho in progetto una mostra a Navelli in Abruzzo dal 20 luglio al 7 settembre, nonché la partecipazione ad alcuni temporary-shop a Roma per questo autunno.”
Pensi che un maggiore interesse e coinvolgimento da parte delle istituzioni nel mondo dell’artigianato potrebbe tornare a far prosperare il made in Italy?
“Ne sono assolutamente convinta.”
Quali sono le soddisfazioni più grandi che hai incontrato tanto come artigiana quanto come insegnante?
” Come insegnante ricevo sempre grandissime soddisfazioni dai miei allievi. Le continue dimostrazioni di affetto nei miei confronti mi emozionano sempre, così come mi rende felice osservare la nascita di amicizie e legami durante le lezioni. Una cosa che mi fa particolarmente piacere è vederli soddisfatti e meravigliati quando vedono generarsi sul telaio dei tessuti prodotti dal proprio lavoro.”
C’è un personaggio o uno stile particolare cui ti ispiri per le tue creazioni?
“Non c’è nessun modello particolare al quale mi ispiro. Sono da sempre una grande osservatrice, e per questo devo ringraziare mio padre che mi ha insegnato a guardare oltre l’apparenza. Credo di poter affermare che i manufatti da me realizzati sono soprattutto il risultato di una rielaborazione di tante “immagini” catturate nel mio percorso quotidiano. Sicuramente traggo molta ispirazione dalla natura, in tutte le sue forme.”
Dunque una strada lastricata di successi, quella di Aracne/ Franca Fantuzzi, un orizzonte che continuerà ad essere illuminato dalla sua passione e dalla sobria eleganza delle sue creazioni senza tempo, in cui trama e ordito si intrecciano armonicamente con l’amore e la dedizione, ricordandoci che non esiste al mondo nulla di gratificante, piacevole e perfetto quanto il creare qualcosa con le proprie mani, e soprattutto rammentandoci che il garantire un futuro al nostro Paese passa proprio attraverso la riscoperta ed il rinnovato interesse verso le attività artigianali che hanno reso grande il suo passato.
Franca Fantuzzi “Aracne”
sito web: ilmondodiaracne
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