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Domenica di tè letterario con l’Associazione Culturale Artè, che nei locali di Paganico, a Velletri, ha proposto il secondo appuntamento con il match d’autore tra lo scrittore Erri De Luca e il cantautore Francesco Guccini.

Un accostamento, quello dei due grandi artisti viventi, all’apparenza peregrino ma che in realtà riserva diverse sorprese, a cominciare dal dato comune che è quello della poliedricità: De Luca, classe 1950, dalla sua Napoli ha iniziato a scrivere romanzi, poesie, articoli di giornale, coltivando parallelamente l’impegno politico e civile vicino agli ambienti di sinistra. Guccini, classe 1940, dopo aver riempito le piazze con le sue canzoni si è rifugiato a Pavana ritirandosi dalle scene, che lo hanno visto protagonista in veste di cantautore, ovviamente, ma anche di attore, fumettista, sceneggiatore, doppiatore e così via.

Due vite, una al Nord e una al Sud, che si incrociano nella ricerca della serenità e della tranquillità, capaci di trasmettere con la parola un senso di saggezza e di lucido sguardo sulla realtà dei fatti. Con la voce narrante di Carla Petrella, che ha introdotto per cenni biografici entrambi gli autori, si è entrati nel mondo di Erri De Luca, sorprendente nella sua verve poetica per la semplicità lessicale unita alla potenza empatica di trasmissione del concetto. Alessandra Mattoccia, Gloria Abbafati ed Helenia Brunetti, con il sottofondo musicale del chitarrista Antonio Cristiano Grillo, hanno letto alcuni dei versi più belli, come quelli di Mamma Emilia o Mare Nostro, prima di dare un assaggio della produzione narrativa.

Romanzi, quelli di Erri De Luca, molto brevi ma ricchi di intensità e di tematiche, con una forte matrice autobiografica e una immediatezza del messaggio che fa viaggiare il lettore da una storia a un’altra. Un uomo semplice ma al contempo in prima linea quando c’è bisogno di lottare, come accadde nel caso dell’appoggio agli attivisti No Tav, si direbbe “scagliato a bomba contro l’ingiustizia”. Queste, almeno, le parole che utilizzerebbe Francesco Guccini, un altro mito contemporaneo che nonostante l’addio alla musica continua ad essere presente nel panorama culturale con la scrittura.

Il suo rapporto controverso con Modena lo ha portato alla ricerca delle origini (tratto che lo accomuna a De Luca) e oggi Guccini stanzia a Pavana, una frazione del pistoiese di poche anime, dove ha vissuto l’infanzia. Con Antonio Cristiano Grillo anche Giorgio Montegiorgi è stato protagonista, con la chitarra e con il canto, dell’esecuzione di alcune delle strofe migliori del cantautore emiliano. “Uno che può scrivere tredici strofe su una locomotiva può scrivere di tutto”, diceva Gaber invitando il pubblico italiano – che da parte sua ha sempre dimostrato grande affetto – a preservare una mente come Guccini. Canzoni impegnate ma quasi parlate, con un tono di voce ineguagliabile e semplice, sul quale prevalgono in maniera assoluta i contenuti.

Forse è proprio la poliedricità che rende De Luca e Guccini comparabili, una poliedricità che fa di loro degli artisti a trecentosessanta gradi non riducibili nel solo compartimento della letteratura o della musica. Radici, Ritratti, momenti di ilarità e altri di riflessione, come quando Il vecchio e il bambino (una delle tante canzoni portate al successo anche da altri cantanti) ha spostato l’attenzione su una riflessione oggi quanto mai veritiera, quella del passaggio generazionale, che interessa in particolar modo il mondo della cultura. Un match d’autore che non ha visto un vincitore, ma un meritato e forse scontato pareggio tra due impareggiabili della cultura italiana contemporanea.

Un altro successo, invece, per l’Associazione Artè che con questa programmazione alternata di aperitivi letterari, tè e spettacoli teatrali sembra aver trovato la giusta strada per far breccia nel pubblico, sempre numeroso, e coinvolgere in questa missione che è l’induzione alla curiosità tante persone. Prossimo appuntamento domenica, alle ore 18.30, al Teatro Tognazzi: il laboratorio teatrale “Centostorie”, che è confluito nel progetto Artè, metterà in scena il saggio “Delitto” per la regia di Carla Petrella.

Rocco Della Corte

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