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«Sarà una coincidenza, ma noi del Comitato “RIFIUTIAMOCI! Castelli Romani” abbiamo notato che da quando abbiamo lanciato la nostra iniziativa le amministrazioni locali sembrano essersi svegliate da un torpore decennale», il Comitato “RIFIUTIAMOCI!” va diretto al nocciolo della questione. «Già nell’assemblea dell’1 giugno l’assessore all’Ambiente del comune di Rocca Priora, Anna Gentili, dopo aver “alzato le mani” ed aver ammesso gli errori commessi nei primi quattro anni dall’avvio della raccolta differenziata, ha praticamente chiesto “aiuto” al Comitato e ai cittadini per avviare un progetto pilota condiviso di tariffazione  puntuale. Poi è sparita nel nulla, noi la stiamo ancora aspettando». 

Le osservazioni alle amministrazioni comunali non finiscono qui: un’altra promotrice del Comitato “RIFIUTIAMOCI!” sottolinea: «Sabato scorso il comune di Rocca Priora, visto il perdurare della chiusura del centro di raccolta provvisorio della Beccaccia, ha organizzato il ritiro a domicilio degli sfalci e dell’erba. Sicuramente una buona iniziativa che sarebbe dovuta partire già 4 anni or sono, anche perché all’assemblea è intervenuto l’assessore all’Ambiente del comune di Ariccia che ha illustrato il suo progetto che prevede la raccolta gratuita a domicilio di piccole quantità di amianto. Ieri il comune di Rocca di Papa ha diffuso la notizia di una multa a un cittadino sorpreso in flagranza a sversare rifiuti e il sindaco Crestini ha dichiarato “linea dura a chi non rispetta il territorio”. Era ora che si iniziasse, anche se episodi sporadici rischiano di non ottenere gli effetti desiderati.

Presentandosi, il Comitato “RIFIUTIAMOCI!” si pone un obiettivo prioritario: fare sistema con tutte le realtà che hanno a che fare con il bene del territorio: i comuni dei Castelli Romani, le forze di vigilanza, gli enti sovracomunali, le associazioni e gli stessi cittadini».

Dopo l’assemblea pubblica del 1 giugno, tenutasi nella sala del Consiglio comunale di Rocca Priora, alla quale hanno partecipato alcuni rappresentanti dei Comuni castellani, il presidente della Comunità Montana dei Castelli Romani e Prenestini Damiano Pucci, un rappresentante dell’Ente Parco, alcune associazioni e un buon numero di cittadini, il Comitato “RIFIUTIAMOCI!” continua nella sua azione,.

A breve ci sarà un incontro con le associazioni del territorio per fare rete, lavorando ad un censimento di tutte le discariche, proponendo ai Comuni, alla Comunità Montana e all’Ente Parco idee e soluzioni attuabili per bonificare i siti e metterli in sicurezza, preservandoli per il futuro. Contemporaneamente saranno contattate tutte le amministrazioni alle quali saranno sottoposte proposte di intervento e con il contributo della Comunità Montana si organizzerà un primo incontro operativo in modo da dare delle risposte concrete ai cittadini sul territorio martoriato da continui sversamenti.

 Altra questione annosa e su cui il Comitato sta improntando la sua azione è quella dei terreni, sia privati che quelli di proprietà comunale, abbandonati e lasciati incolti, che rappresentano un grave pericolo per la possibilità di sviluppo di incendi data la vicinanza ad aree boschive. I comuni spesso e volentieri chiudono un occhio disattendendo le relative ordinanze di pulizia dei terreni e molto spesso non agiscono nei confronti dei proprietari di terreni perché appunto lamentano una possibile spesa per la pulizia, che non riescono a recuperare se non dopo parecchi anni e che quindi viene spalmata a carico di tutta la cittadinanza. Il comitato ha in serbo alcune soluzioni fattive da mettere in pratica per risolvere definitivamente la questione.

 La situazione attuale di tutta l’area castellana è a dir poco catastrofica: il Comitato fa notare ancora una volta, da parte degli enti preposti continua a perdurare una totale mancanza di controllo e una gestione inefficace dell’ambiente, della mancanza di strumenti adeguati per la salvaguardia dello stesso, la volontà e l’impegno per preservare un territorio tanto vasto quanto prezioso che merita di essere valorizzato molto di più, a partire già dalla certezza della pena. Il reato ambientale di sversamento e deturpamento deve essere perseguito e punito come prescritto dal D.Lgs 152/2006 riformato con la legge 68/2015.

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