A LATINA SPORT & SOCIALE
Ѐ “MAI ARRENDERSI NELLA VITA” IL MESSAGGIO DI “PUGNI E CUORE”
Erano due ragazzini di strada, Tony e Mirko, con i pantaloncini imbrattati di fango d’inverno e di terra in estate dopo i giochi ai giardinetti. Possiamo immaginarli già allora pieni di coraggio nell’affrontare la favola della vita. Ma erano predestinati a rendere tangibili i loro sogni. Incontrandosi da grandi, hanno trovato una ragione di essere nel formare insieme un dream team pontino, venendo l’uno (Mirko Parisi) dal mondo della ‘’Noble Art’’, la Boxe, l’altro (Tony Riggi) da quello della musica e delle immagini e sport da combattimento.
Un sodalizio che ha prodotto “Pugni e Cuore”, un progetto artistico e un messaggio importante basati su sacrificio e passione, sul rispetto per quei valori che anche dalle strade, dalle carceri, dagli orfanotrofi, case-famiglia e dalla tossicodipendenza, possono essere recuperati e dare buoni frutti. Lo intuirono un giorno parlando del formidabile Giovanni Parisi, il welter due volte campione del mondo, strappato alla vita da un incidente stradale al picco della carriera.
Il parente, Mirko, oggi è alla guida di una magnifica società sportiva da anni ormai fucina di campioni ed è Manager e Match-maker di caratura internazionale. Erano in palestra e alla fine di un allenamento Tony gli chiese: “Mirko, cosa serve per diventare un buon pugile, sai, io vengo dalle arti marziali…” e l’amico gli rispose: “Cosa serve? Giovanni me lo ripeteva sempre. Servono tre cose, e lo diceva battendosi forte il petto: HEART, Heart e Heart, Cuore, Cuore e Cuore”.
Da quel momento e da quelle parole, per arrivare alla nascita di “Pugni e Cuore” il passo è stato immediato. Il tempo passato diventa il presente degli occhi di entrambi, che si fanno umidi e si illuminano mentre li incontriamo nel patio della A.S. Parisi Boxe per un caffè. Sono due fiumi in piena, ci si accorge subito di quanta energia stiano mettendo nel progetto.
Mirko ricorda quando da bambino… «mia madre voleva vedermi giocare a calcio come gli altri, ma io non mi perdevo un incontro di boxe per seguire i miei miti in TV e poi invece del campetto sgattaiolavo fuori di casa per andare alla palestra, quella comunale nello scantinato che si allagava sempre e allora aiutavo a pulire per renderla praticabile per gli atleti. Ero il più piccolo ma mi trattavano bene, quando si varcava quella soglia eravamo tutti uguali, come in una seconda casa, dove il maestro è il tuo secondo papà…( Ad oggi A.S. Parisi Boxe) e mi piaceva l’odore acre del sudore sui guantoni, era il profumo delle energie spese in allenamenti molto duri ma tanto importanti… ed ero anche contento quando il maestro si arrabbiava per farmi capire che dovevo avere cura dei guantoni e mi mandava dal calzolaio a cucirli o mi faceva ingrassare i sacchi… da lì ho appreso che le cose che contano nella vita sono le più semplici, eppure sembrano perse e per questo credo che sia giusto portare i giovani in palestra…grazie anche alla F.P.I., a volte anche recuperandoli dalla strada, anche se ora purtroppo siamo chiusi e dobbiamo aspettare, ma intanto c’è “Pugni e Cuore”!Tony Riggi, Responsabile Settore Giovanile A.S. Parisi Boxe, ci ha messo l’anima, è un talentuoso, un grande e lo si vede anche nel video…”».
Gli fa subito eco il cantautore: «È stato proprio all’inizio del lock-down. Il testo mi è venuto di getto. Sai, come capita alle volte, c’è un qualcosa che ti arriva nella mente e ti attraversa tutto il corpo sino al cuore… perché nella vita non bisogna mai arrendersi, anche nei momenti più bui, mai abbattersi, sempre tirare su la testa, anche se ti hanno messo all’angolo. Ogni giorno è una lezione, come in palestra. Ci sei solo tu e il tuo maestro, che altro serve? Il cuore. Il ring è il luogo un po’ magico dove i ragazzi possono capire che hanno una nuova casa, dove possono confrontarsi con sè stessi innanzitutto rispettando gli altri e ogni loro goccia di sudore, ogni battito del cuore serve ad affrancarli dal passato, che lasciano alle spalle per renderli uomini. Spero che il pezzo possa risuonare in tutte le palestre del nostro Paese e chissà, che un giorno diventi persino l’inno della Nazionale, so che ai vertici della Federazione Pugilistica Italiana piace molto e sarebbe un grande onore per noi».
Ufficio Stampa