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SAN CESAREO IL DECLINO DI PIAZZA GIULIO CESARE ERA COME IL FORO ROMANO E L’ AGORÀ GRECA, DOVE CI SI INCONTRAVA, SI PARLAVA, SI DECIDEVA ORA È SOLO UNA PIAZZA, RIDOTTA AD UNA QUALSIASI PIAZZA

LA FIOCA FESTA DI SANT’ ANTONIO ABATE

 Piazza Giulio Cesare è il cuore di San Cesareo. Qui avviene di tutto: feste, incontri, manifestazioni, spettacoli, insomma ogni evento, che coinvolge l' intera comunità.
 L' ultimo evento è  stato quello di domenica 19 gennaio 2025 e cioè la benedizione degli animali e dei mezzi in occasione della Festa di Sant' Antonio Abate, che cade il 17 del primo mese di ogni anno.
 In questo giorno, che apre le feste dell' anno, si va alla grande, in quanto si riaccendono gli animi spenti dall' Epifania, perché tutte le feste si porta via. Ma quelle vecchie, non quelle nuove. Le vecchie appartengono all'anno precedente, mentre ora siamo nel 2025, quindi anno nuovo vita nuova. 
 Domenica 19, all' uscita dalla chiesa, al termine  della messa delle 11, c' è stata la distribuzione dei pani benedetti. Subito dopo la benedizione degli animali e dei mezzi.
 Tra gli animali, per lo più cani. solo un cavallo, mentre tra i mezzi, per lo più macchine, solo un trattore.
 Sergio Giovannetti e Marco Paolacci, unici rappresentanti, il primo del team equestre e il secondo del team dei motori agricoli e di attività di lavoro. Per il resto larghi spazi della piazza vuoti.
 Una volta, ma diverso tempo fa, non era così. La piazza pullulava di persone, di animali e di mezzi. E c'era tanta aria di festa, sia sul piano religioso che su quello delle tipiche usanze tradizionali.
 Davanti a questo stato di cose il pensiero ci ha riportato a tempi passati, a quando piazza Giulio Cesare onorava il suo grande omonimo. E come lo onorava? Facendo della piazza un "Foro" alla maniera romana e una "Agorà" a quella  greca.
 Ciò che accadeva in questa piazza diventava immediatamente di dominio di tutti i cittadini. Qui ci si incontrava, qui si discuteva, qui si decideva, qui ci si divertiva, qui si  diventava famosi o si rimaneva anonimi o, talvolta, anche oscure figure. Del resto la piazza era l'acceso e lo sbocco naturale di vie importanti per il prosieguo e il collegamento verso altri punti nevralgici, come le scuole, la Villetta, il parco dei Cedri, il casello autostradale, la zona industriale e la Casilina. E poi c' era la chiesa, la Caserma dei Carabinieri e molte fiorenti attività commerciali, di ristoro, di servizi vari e altro ancora.
  Specie quando San Cesareo, l'11 aprile del 1990, e' riuscito a conseguire l' indipendenza da Zagarolo, diventando  Comune autonomo, se non ti facevi conoscere e apprezzare dai Sancesaresi non diventavi di certo persona importante. Come Sindaco, per esempio.
 Così è successo per il primo Sindaco di San Cesareo, Gaetano Sabelli, per Filippo Mariani e per Pietro Panzironi. Per Claudio Scacco, invece, per Alessandra Sabelli e per il suo bis nel 2023 tutto è dipeso dai giochi dei partiti politici. Vedi, a tal proposito i due lunghi periodi di Commissariamento del nostro Comune.
 Ciò che ha determinato, oltre a tante altre cause, il declino di piazza Giulio Cesare sono state le vicende del "Central Bar". Fin quando è stato gestito da locali era un ideale punto di riferimento e di ritrovo, ma da quando è passato ai cinesi è come se fosse calato un brutto sipario.
 Ora il Central Bar è chiuso e non si sa quando riaprirà, se riaprirà e con chi. Un velo di solitudine lo circonda.
 Prima sia dentro che fuori gli avventori erano tanti. Era un' oasi di accoglienza, di relax, di giochi, di spassi e di accese discussioni di natura politica o sportiva. 
 A peggiorare la situazione il cambiamento degli habitue' della piazza, che oggi sono costituiti, a seconda dell' ora, da ragazzini che giocano, da semplici passanti, da oziosi di vario genere, che sostano sulle panchine, da immigrati e anche da qualche fastidioso soggetto in preda all' alcool o ad anomalie psichiche congenite.
 Tutti i paesi intorno a San Cesareo hanno onorato alla grande Sant' Antonio Abate. Le tradizioni sono state puntualmente e rigorosamente rispettate. A sera fuochi di artificio, illuminando vari punti dell' orizzonte, dimostravano  che lì si completava la festa del simpatico Santo, protettore degli animali. Uomini compresi.
 San Cesareo ha concluso la festa a pranzo con una polentata offerta dal Comitato Sant' Antonio e dalla Chiesa in sala parrocchiale e per chi si è prenotato. Tutto qui e poi tutti liberi per i fatti propri. 

                 Pino Pompilio

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