Valmontone e San Martino al Cimino con i Pamphilj per la cultura
Un incontro a Roma con la famiglia Pamphilj per studiare insieme un percorso culturale che, mettendo al centro i palazzi Doria Pamphilj di Valmontone e di San Martino al Cimino, metta in collegamento i due comuni sotto il segno della cultura e della storia della nobile famiglia. E’ l’idea condivisa a Valmontone dal vice sindaco, Eleonora Mattia, e dal priore della Confraternita di San Martino, Colombo Bastianelli nell’ambito del mese della Cultura Pamphilia.
Una vicinanza, tra Valmontone e San Martino al Cimino, che ha già fatto sì che, fino al 30 novembre nella sala della Terra di Palazzo Doria Pamphilj a Valmontone, sia esposto il prezioso Stendardo di Mattia Preti, da poco restaurato portando alla luce, sul lato posteriore della pala, la magnifica rappresentazione della resurrezione di Cristo (a addossato al muro, coperto dal telo di lino posto nel 1774 dai priori della Confraternita del Santissimo Sacramento e del rosario a protezione del lato “Imago Pietatis”).
Lo stendardo assume un valore particolare per i due paesi, essendo la prima opera commissionata dai Pamphilj a Mattia Preti, che la realizzò per il Giubileo del 1650. Lo stendardo si trova a Valmontone, per gentile concessione dell’Abbazia Cistercense e della Confraternita di San Martino al Cimino, allestito in una suggestiva ambientazione nella sala della Terra di Palazzo Doria Pamphilj (cfr foto).
Al termine di un mese di eventi e presentazioni, tra cui i principali progetti di rilancio culturale della città (dalla nuova biblioteca comunale fino alla ristrutturazione e riapertura dell’ex teatro Valle), il mese della Cultura Pamphilia culminerà nell’inaugurazione, venerdì 28 novembre, della Sala del Principe, che viene finalmente resa fruibile a tutti al termine degli interventi di pavimentazione, realizzati dal Comune, e di restauro eseguiti dalla Soprintendenza per i Beni storici artistici ed etnoantropologici del Lazio che hanno restituito piena leggibilità alle pareti affrescate da Gaspard Dughet Guillaume Courtois, accentuando le strette analogie formali e stilistiche tra la sala stessa e la Galleria di Alessandro VII al Quirinaledipinta, tra gli altri, dal Dughet poco prima di giungere a Valmontone.