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Entrate accertate e iscritte a bilancio, ma mai arrivate nelle casse del comune

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Il primo gennaio 2015 entra in vigore la riforma della contabilità (DECRETO LEGISLATIVO 10 agosto 2014, n.126 Disposizioni integrative e correttive dl decreto legislativo 23 giugno 2011, n. 118, recante disposizioni in materia di armonizzazione dei sistemi contabili e degli schemi di bilancio delle Regioni, degli enti locali e dei loro organismi, a norma degli articoli 1 e 2 della legge 5 maggio 2009, n. 42) che impone ai comuni la creazione di un fondo crediti di dubbia esigibilità, proporzionale alla quota di mancate riscossioni degli ultimi cinque anni, dove saranno congelate risorse per evitare nuovi buchi di bilancio, diminuendo così la capacità di spesa degli enti.
In sintesi, con la nuova normativa, chi meno incassa dovrà versare di più nel fondo di garanzia, con effetto restrittivo nella potenzialità di spesa del Comune. Mentre in passato l’ente comunale poteva, entro determinati limiti, ignorare l’effettiva riscossione dei crediti spendendo oltre a quanto incassava, oggi questo non è più possibile.
Un’anomalia che ha determinato l’accumularsi di residui attivi (nella contabilità pubblica, si intendono le entrate accertate e iscritte a bilancio, ma mai arrivate nella casse del comune), diventati nel tempo sempre più di incerta riscossione. La città di Palestrina è uno dei quei comuni che più degli altri verrà penalizzato da questa riforma, poiché ha sempre evidenziato nel proprio bilancio un forte squilibrio tra i residui attivi. Ogni anno mette in conto di incassare un certo importo che finisce nella voce accertamenti. Solo una quota di questi accertamenti si trasforma in riscossioni, cioè in entrate effettive, mentre il resto finisce nei residui attivi, in attesa di essere incassato negli anni successivi. E’ evidente che la città ha un problema strutturale e persistente nella riscossione dei crediti, a causa di una gestione abbastanza disinvolta dei residui attivi, che non consente di mostrare la realtà contabile. I numeri parlano da soli. Nel bilancio di Comune di Palestrina sono presenti 18 milioni di residui attivi mai riscossi: le cifre si riferiscono al bilancio 2013, escludendo dal conteggio i residui che hanno meno di un anno di anzianità. Molti di questi residui attivi risalgono a parecchi anni addietro, sicché si è molto affievolita (se non del tutto annullata) la capacità di incassare dette somme, di monetizzare i relativi importi, con l’evidente pericolo di creare un enorme “buco” finanziario nella casse dell’ente. Purtroppo, questa situazione è abbastanza diffusa in molti comuni che hanno il vizio di riportare nei propri bilanci crediti giudicati esigibili, anche se si è consapevoli che difficilmente verranno riscossi. Di fatto, ci si comporta come se i soldi in cassa ci fossero, pur sapendo che non saranno mai riscossi. In questo modo per anni si sono fatti quadrare bilanci deficitari e sostenute spese che in una sana amministrazione pubblica non si sarebbero mai potuto permettere.

Mario Petrelli

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