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E’ una giornata storica, oggi, per Valmontone. L’inaugurazione del Salone del Principe, la sala più ricca e decorata di Palazzo Doria Pamphilj, segna l’inizio di un nuovo corso per la città, pronta a fare della cultura la propria reale vocazione. Il salone, pavimentato e restaurato dopo decenni di abbandono, durante i lavori ha portato alla luce le strette analogie formali e stilistiche che lo rendono per molti aspetti simile alla Galleria di Alessandro VII al Quirinale dipinta, tra gli altri, dallo stesso Gaspard Dughet poco prima di giungere a Valmontone.

Non è un caso che, oggi a Valmontone, siano presenti – tra gli altri – il Sottosegretario ai beni culturali, Francesca Barracciu, e la Soprintendente per i beni storici artistici ed etnoantropologici del Lazio, Anna Imponente ad evidenziare il valore culturale dell’iniziativa.

“Grazie anche al contributo economico del MiBACT – commenta il Sottosegretario Barracciu – riapre oggi al pubblico il più importante monumento di Valmontone, che ora può di nuovo contare su uno splendido polo culturale in grado di arricchire anche l’attrattività turistica della zona. L’auspicio è che, attraverso un virtuoso connubio tra pubblico e privato, si possa creare quell’indotto di reddito ed occupazione che il patrimonio culturale, come nessuna altra risorsa, è in grado di garantire al nostro Paese”.

“Il mio impegno di portare sempre maggiore attenzione al pregevole patrimonio artistico del Lazio – aggiunge la Soprintendente – vede ora uno dei risultati più alti con l’inaugurazione del restauro del magnifico Salone del Principe, momento chiave del recupero del seicentesco palazzo di Valmontone, uno dei luoghi che, per preziosità delle decorazioni e interesse delle storie di vita vissuta nel Palazzo Doria Pamphilj, merita la visita non solo degli abitanti della capitale ma di un turismo internazionale”.

“Fin dall’inizio – dichiara il vice sindaco e assessore alla cultura, Eleonora Mattia – l’azione amministrativa è stata mirata a restituire il Palazzo alla sua piena fruibilità per consegnarlo alla città e farne, attraverso mostre, convegni, concerti ed eventi, il cuore pulsante della cultura perché siamo convinti che Valmontone meriti un ruolo di primo piano in tal senso, per uscire da quell’idea di città del consumismo e del divertimento che deve rappresentare una parte solo marginale della nostra economia”. “L’obiettivo che ci poniamo per Palazzo Doria Pamphilj – annuncia la Mattia – è di trasformarlo nel punto di riferimento dell’elaborazione artistica e culturale, qualificato e qualificante, di un’area vasta sull’esempio di alcune eccellenze italiane come il Castello di Rivoli o il Mart di Rovereto”.

Stamattina, nel servizio andato in onda su Buongiorno Regione (su Rai Tre), il vice sindaco ha anche lanciato un appello affinché, chi sa di averlo a casa, restituisca alla collettività il camino originale del salone. “La leggenda metropolitana valmontonese – spiega la Mattia – narra che molti anni fa, quando il palazzo era usato come dimora da decine di famiglie, esso sia stato smontato e riassemblato all’interno di una casa di campagna. Le ultime foto che lo ritraggono al proprio posto risalgono agli anni ‘20 e ’30. Poi, tra guerra, bombardamenti e sfollati, se ne è persa traccia. Sarebbe un bel gesto di civiltà se chi lo ha ci contattasse per rimetterlo al suo posto”.

Tra le autorità presenti anche l’assessore regionale allo sviluppo economico, Guido Fabiani, il presidente del Consiglio regionale, Daniele Leodori, i consiglieri regionali Piero Petrassi e Fabio Melilli, il Garante per i detenuti del Lazio, Angiolo Marroni, il presidente del Gal Castelli Romani e Monti Prenestini, Giuseppe De Righi e numerosi amministratori del territorio.

“Come ministro dei beni culturali Dario Franceschini – commenta Guido Fabiani – mi sento un po’ il ministro dello sviluppo economico, visto il ruolo che la cultura può recitare nel rilancio economico del Paese. Allo stesso modo oggi, come assessore regionale allo sviluppo economico, plaudo all’entusiasmo e al coraggio dell’amministrazione comunale di Valmontone che, investendo sulla cultura investe sulla ripresa, sullo sviluppo e sulla crescita economica ed occupazionale”.

 

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