Cara Befana…
…dopo tante lettere a Babbo Natale non mi sembra giusto che tu, ugualmente dispensatrice di doni, venga messa da parte!
E anche a te, come a Babbo Natale, non chiedo di portare nulla… Penso che abbiamo già tanto di nostro, tante cose negative, ma anche tante positive, e il guaio è che a queste ultime non si da mai tanto spazio, la “notizia” viene seguita soltanto se fa scalpore e se mette in luce una parte dell’umanità che di umano non ha nulla e che, spero, sia solo una piccola minoranza.
Allora oggi voglio parlarti di quella parte che ho avuto modo di vedere io in questi giorni, la parte bella, quella che dovrebbe essere non solo messa in risalto ma premiata perché possa essere un esempio per tutti. A volte penso che parlare sempre di tragedie porti soltanto ad un aumento delle stesse, se non altro per spirito di emulazione, proviamo a fare il contrario e vediamo che succede!
Io ti voglio raccontare di come ho passato il mio capodanno, circondata da persone meravigliose che passano la vita a dedicarsi ai meno fortunati, rinunciando anche, molto spesso, ad una propria vita sociale in cambio di poco o niente. Altre volte ho parlato su queste pagine di associazioni dedite a fornire assistenza ed attività sportive a persone diversamente abili, ed è con alcuni di loro che ho trascorso le ultime ore del 2014 e le prime del 2015.
Ho trascorso una serata molto piacevole nella bellissima struttura a Rocca Priora dove ha sede la Soc. Cooperativa Vivere Insieme. Questa cooperativa è nata nel 1989 come naturale evoluzione di un’Associazione di genitori di persone diversamente abili esistente dal 1975. E’ stato lungo il cammino da quella data al 2000, quando, grazie a moltissimi contributi privati (anche attraverso il 5 per mille) a finanziamenti regionali e di altri enti, si è potuta ultimare la costruzione del centro polifunzionale diurno su un terreno donato dal Comune di Rocca Priora. Ci sono voluti altri 3 anni per portare a termine tutto il progetto che includeva anche una casa-famiglia per ospiti residenti.
Ad oggi 26 ospiti diversamente abili frequentano il Centro diurno e 6 risiedono nella Casa Famiglia; la Cooperativa ha n° 21 soci lavoratori con contratto a tempo indeterminato che si occupano di garantire lo svolgimento delle attività per il perseguimento degli obiettivi per cui il centro è nato: sviluppare e potenziare l’autonomia personale e sociale, supportare e stimolare le famiglie degli utenti al fine di promuovere la continuità ed il mantenimento delle abitudini e abilità acquisite al Centro, incentivare il processo di socializzazione e di inserimento nella Comunità attraverso una diretta e sistematica acquisizione di abilità funzionali alla quotidianità, favorire la maturazione critica, l’autonomia intellettuale, la capacità affettiva, la stima di sé, orientare ad attività occupazionali in relazione alle abilità presenti e alle potenzialità da sviluppare mediante un programma di semplici attività lavorative in campo artigianale, condurre i soggetti attraverso i valori che più interessano la vita umana, ad una progressiva comprensione ed interpretazione della realtà che ci circonda.
Questo è quello che si legge nelle pagine del loro sito internet, ma quello che manca in queste righe è quello che ho visto io in quelle poche ore che sono stata lì. Sono stata accolta da ragazzi di età intorno ai 30 anni (chi poco più, chi poco meno) che non hanno smesso un attimo di sorridere, ho letto nei loro sguardi amore, tanto, incondizionato e disinteressato, ho visto nei loro gesti dedizione assoluta ed impegno. Nel loro rapporto con i ragazzi di cui abitualmente si occupano ho visto familiarità e tanta tenerezza e la luce negli occhi, soprattutto degli ospiti residenti, parlava inequivocabilmente di serenità.
Ecco… queste sono le persone di cui vorrei scrivere durante il 2015, cara Befana. Perché sono sicura che ragazzi dal cuore d’oro, come quelli che si occupano di questa cooperativa, ce ne sono a migliaia in Italia, solo che bisogna dare spazio a quelle decine che, invece, fanno della malvagità d’animo, della maleducazione e della mancanza di rispetto la loro religione.
Ora ti prego di una cosa: tu dovresti portare dolci e caramelle a coloro che sono stati buoni e agli altri carbone… Siamo in un’era in cui, ormai, tutti ottengono tutto nonostante il loro comportamento e tu sei diventata soltanto un’icona del consumismo. Riprenditi il tuo ruolo e dona a questi ragazzi della Cooperativa Vivere Insieme, come a tutti quelli che svolgono le stesse attività in altre sedi, tanta salute e prosperità per ogni loro sorriso, per ogni loro carezza ad una persona svantaggiata, dagli sempre la forza per continuare ad amare in modo così puro e bello e che possano essere di esempio a tanti giovani, ma anche a noi “grandi”.
Io intanto dico loro grazie, per la bellissima serata che ho trascorso e per la grande lezione che ho imparato.
Gioia Cafaro