Antonio Gamboni, addio Maestro!
“La Notizia” e “Il Premio la Notizia” i tuoi capolavori custoditi nella tua autobiografia
Alla fine sei andato via. Il tuo giornale La Notizia riporta questa orribile sentenza.
La tua bacheca già è piena di ricordi, tanta gente lascia un saluto affettuoso e tante testimonianze di stima verso una persona che ha insegnato quotidianamente che la vita, seppur difficile va sempre amata, difesa e vissuta con estremo rispetto. E tu Antonio lo hai fatto ogni santo giorno.
Solo qualche mese fa ero a Palazzo Rospigliosi come relatrice di una inchiesta che era partita da lontano. Riflettori su una scuola fantasma che doveva nascere dalle ceneri di un triste e drammatico fatto di cronaca locale, la morte di una bimba in una scuola materna. Spiegavo alle persone come nacque il dossier che poi arrivò fino in Procura. Seppur non presente tu eri lì con noi quella sera. Ricordavo come nel lontano 2012 mi chiamava al telefono Antonio Gamboni il direttore de La Notizia, un settimanale fortemente presente nel territorio. Spiegavo anche ai più giovani come mi chiedesti di seguire Liliana Pantanella, la mamma di questa bimba e prestare massima attenzione al suo caso.
Mi davi un incarico delicato. Da lì piano piano, anno dopo anno sono stati ricostruiti fili interrotti e fatto luce su una storia grande, sulle vuote promesse e responsabilità istituzionali riguardo un progetto di edilizia scolastica che grottescamente ancora oggi non vede luce. E anche ultimamente ne abbiamo parlato, tu con il tuo giornale e io con i miei aggiornamenti.
La Notizia è la tua creatura con cui hai formato, informato e anche fatto crescere un territorio ampio e in forte crescita non solo demografica ma anche culturale. Questo grazie a te, pioniere in questo difficilissimo campo che è l’editoria. Il tuo giornale ha sempre trattato con delicatezza ma fermezza temi di molti comuni e in particolare del tuo territorio perché amavi dare voce alle tante persone che chiedevano aiuto. Mi hai insegnato i primi passi per diventare una giornalista corretta e senza veli ma soprattutto senza paura. Hai dato un volto a tante storie che forse sarebbero rimaste inascoltate e prive di quella luce meritevole di attenzione. La tua cura in ogni pezzo era ossessiva. La foto, l’intervista e il servizio dovevano essere sempre impeccabili.
Mi spiegavi l’abc come a tanti tuoi collaboratori. Foto d’autore mi dicevi e la storia pulita, con testimonianze e documenti. Puntiglioso, a volte brontolone perché sapevi quanto era difficile confezionare un giornale settimanale all’altezza dei suoi lettori. Tutto doveva essere preciso, e non mi scordo neanche quando avevano provato ad intimorirti per alcune mie inchieste pubblicate su La Notizia che tu avevi fortemente perorato che ancora giacciono senza risposte.
Tu sei stato integro, hai difeso il lavoro prodotto e mi hai insegnato che un giornalista quando ha il fuoco e la passione deve difendere ciò in cui crede. Quando ha i documenti non deve aver paura di niente. Così ho fatto.
LA TUA AUTOBIOGRAFIA “L’UNICO CAPOLAVORO E’ VIVERE”, LA TUA IMPRONTA INDELEBILE Hai continuano un’opera di informazione nonostante fosse diventato difficile grazie ai tuoi collaboratori che hanno preso il tuo testimone. Il tuo giornale era la tua anima, è la tua anima. Un progetto ambizioso dove il progresso e la crisi economica maledetta voleva sbranare e annullare tutto ciò che avevi costruito. Tu non lo hai permesso. La Notizia sarà sempre il tuo volto, come tutti gli eventi che eccellentemente hai sempre organizzato, progettati con quella spinta rinnovatrice e piena di grandi sentimenti nel coinvolgere le persone, i cittadini alla cultura, alla bellezza dell’arte. I tuoi premi che hai conferito a personalità importanti del mondo del cinema, teatro, moda, sport e politica sono la testimonianza della tua inarrestabile curiosità, generosità e innovazione che coesistevano in te senza problemi e con continuo e scrupoloso perfezionamento.
L’UNICO CAPOLAVORO E’ VIVERE. È il titolo del tuo libro che il 28 novembre 2015 hai presentato alla libreria Mondadori presso La Noce. Una autobiografia in cui hai ringraziato tutti coloro che hai incontrato nella tua vita, ognuno dei quali ha fatto parte di un pezzo della tuo percorso umano e professionale molto lungo, fatto di impegni, successi, traguardi e anche delle tue battaglie contro un male che volevi vincere ad ogni costo. Quel giorno per te è stato come rivivere in piccolo “Il Premio La Notizia!” E così fu.
Eri felice ed emozionato, ad ognuno hai inciso una dedica personale nel libro; la mia la porterò sempre con me, l’unico rammarico non averti salutato. La tua vita l’hai voluta incidere in questo libro come memoria storica. Partendo dalla tua infanzia hai voluto scandire le tappe della tua vita in una sorta di racconto giornalistico, perché tu eri questo. Un attento osservatore della realtà che ti circondava e con la tua ironia riuscivi a fotografare spaccati di una società in cui piano piano ti formavi e lasciavi le tue impronte. Impronte indelebili nel tuo territorio, in quella San Cesareo che hai amato, e che la stessa ha accolto le tue iniziative come entusiasmanti progetti di crescita culturale e umana che pochissimi Comuni limitrofi possono vantare nella propria storia.
Sei stato un sognatore che riusciva a concretizzare nell’immediato cose anche impossibili. I numerosi “Premi la Notizia” sono questa testimonianza.
Il tuo messaggio di speranza non verrà dimenticato, la tua forza non l’hai dimostrata con le parole, l’hai messa in campo tutti i giorni affrontando momenti davvero difficili, con il grande e immenso supporto di tua moglie, delle tue figlie e i tuoi nipoti a cui hai voluto dedicare il tuo libro. Volevo ricordarti così, affinché possa essere esplicito quanto hai donato a questo territorio, alle persone, ai professionisti di ogni settore ma soprattutto ai bambini a cui hai sempre dedicato prime pagine mettendo in risalto i loro progetti sportivi e culturali.
Hai fatto crescere un territorio che senza il tuo estro, la tua ambizione, la tua determinazione e spesso solitudine non avrebbe avuto la spinta capace di elevarsi. Questo fa un grande direttore, tutto il resto è stata una imitazione dell’originale.
Condoglianze ad Antonella, la tua luce, la tua forza, ai tuoi nipoti, alle tue figlie e a tutti gli amici che hanno saputo vivere di te.
Ciao Maestro. Ciao Antonio
Cinzia Marchegiani