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ASD CITTÀ DI ZAGAROLO: FOCUS SU SCUOLA CALCIO E CALCIO A 5, FUCINE DI FUTURI TALENTI

D’Onofrio: ‘Al bambino che verrà da noi non mancherà nulla’

Dopo l’analisi del progetto mostrata efficacemente dal presidente Nati, la parola sulla nascente Asd Città di Zagarolo, in particolare su ciò che riguarda da vicino la scuola calcio e la scuola calcio a 5 che essa porta in grembo, è andata ai responsabili tecnici.

Figura di grande spessore tecnico ed esperienziale, Fabio D’Onofrio ha scelto di legarsi alla società zagarolese per l’importanza del progetto e per l’amicizia con alcuni tra gli uomini che hanno fatto crescere concretamente il calcio e il calcio a 5 nel territorio.

D’Onofrio ha cominciato la sua presentazione spiegando i motivi che lo hanno spinto a far parte della grande famiglia amaranto:

“Ho lavorato per cinque anni con Marco (Riccomagno, vice presidente Asd Città di Zagarolo), e la nostra amicizia anticipa il rapporto professionale di altra mezza decade. E’ un amico, lo stimo, sono impressionato da ciò che è riuscito a creare con la sua società di calcio a 5: ha trasformato una realtà nuova, rara per una provincia, in una concreta possibilità per i giovani del territorio”.

La preparazione di D’Onofrio sarà fondamentale per la nuova associazione sportiva, tanto più che l’ex tecnico del San Cesareo ha nel suo curriculum esperienze in entrambe le discipline che essa comprende:

“La fusione tra le due scuole calcio, quella dell’Atletico e quella dell’Academy Calcio a 5, è di un’importanza capitale per i ragazzi nati e cresciuti a Zagarolo: non dovranno guardare altrove, avranno la possibilità di provare le due discipline e di scegliere quella in cui hanno più attitudini tecniche; non ci sarà dispersione di talenti”.

Anche sull’aspetto propriamente pratico, il nuovo responsabile della scuola calcio ha le idee chiare:

“Finché non ci sono classifiche il risultato è trascurabile. I bambini, durante l’ora e mezza in cui si trovano al campo o al palazzetto, devono divertirsi, rispettarsi e imparare cose che non sanno. Io dedico quaranta minuti alla parte tecnico-motoria-coordinativa. I giovani ragazzi, i futuri atleti, devono sapere come ci si coordina per correre e per colpire un pallone: ciò non è affatto scontato, considerato anche lo scarso impegno pedagogico che da un po’ di tempo fin qui si spende nelle palestre delle scuole in questo senso. Una volta, l’ora di educazione fisica veniva finalizzata a tale scopo; oggi, alcuni ragazzi di quattordici o quindici anni faticano ancora a trovare l’equilibrio motorio, poiché a scuola gli educatori si concentrano, magari, su altre attività. Non è colpa di nessuno, ma sono dei limiti che vanno superati per il bene del ragazzo, e noi ci proponiamo di aiutarlo a fare ciò. Ci saranno anche bambini che provengono da altri settori disciplinari, come il basket o il judo: ecco, il nostro intento è poter mostrare al genitore, alla fine dell’anno, il cambiamento tecnico e coordinativo del figlio rispetto allo sport che praticava in precedenza: il divertimento è essenziale, dunque, ma sempre con il fine di migliorare tecnicamente e fisicamente le prestazioni degli iscritti, esattamente come a scuola si migliora progressivamente con i calcoli e con la scrittura”.

In questa direzione va a posizionarsi la programmazione di D’Onofrio, che non trascura l’importanza di strutture e materiali idonei nonché di consulenti che vengono dal professionismo.

“Allo scopo di migliorare le prestazioni, sarà fondamentale il ricorso a materiali nuovi che possano coprire a tutto tondo le necessità degli istruttori di attivare esercitazioni complete e qualitative. A proposito di qualità, l’affiliazione al Perugia Calcio ci porterà ad un livello egregio: i loro tecnici verranno a supervisionare e consigliare i nostri, che a loro volta avranno la possibilità di osservare da vicino l’operato dei professionisti umbri; anche per i nostri bambini e ragazzi questo sodalizio sarà produttivo: potranno vedere le partite del Perugia e fare stage in loco. Insomma, questo patto sportivo ci porterà un buon 70 % in più sul piano strettamente qualitativo-professionale”.

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