“Delitto Neruda” a “Velletri Libris”
Con Roberto Ippolito e Paolo Di Paolo alla scoperta del poeta di bellezza e impegno civile fra il mondo e il Cile
Poesia e inchiesta nella serata di “Velletri Libris”, durante la quale si è gettata luce sulla vicenda del poeta e premio Nobel Pablo Neruda, protagonista dell’ultimo libro del giornalista e scrittore Roberto Ippolito.
“Delitto Neruda”, edito da Chiarelettere, è un viaggio nelle incongruenze, fra i documenti, i dati e le testimonianze, volto a ricostruire la storia del Cile ai tempi del golpe e della dittatura instaurata da Pinochet che privò della libertà un intero popolo.
A moderare l’incontro Paolo Di Paolo, che ha così introdotto l’ospite: “Questo è un libro dalla cospicua rassegna stampa, e lo merita, perché l’autore ha dedicato a questa ricostruzione un bel pezzo di vita e molte
energie. Si tratta di un’immersione psicologica ed emotiva nel mondo di un grande poeta, necessaria per capire la vicenda che si vuole chiarire”. Quello di Pinochet fu un colpo di stato rapidissimo che produsse un inasprimento violento delle condizioni sociali e culturali. Ippolito, tuttavia, spiega come nell’immaginario di Neruda fosse probabilmente ipotizzabile il destino della nazione. Il regime mirò di cancellare i valori e i principi di un popolo e proprio il poeta lo intuì: “La parola ‘cancellare’ è quella giusta” – ha detto Roberto Ippolito – “e quando ho cominciato a lavorare a questo libro non lo avrei mai pensato. Ho camminato mesi e mesi accompagnato dai dubbi, tanto è vero che ho riportato testimonianze di segno opposto, poi si vede quello che
prevale. Tuttavia le tracce del colpo di stato erano visibili e l’avvertimento pubblico più importante lo diede proprio Neruda”.
Il riferimento è ad uno storico omaggio ricevuto dall’autore, all’interno di uno stadio, da parte del popolo: “Al suo ritorno in Cile, nel 1972, Neruda fu accolto da una folla di gente che gli volle tributare dagli spalti di uno stadio la propria stima e ammirazione per la vittoria del Nobel. Neruda, però, ci teneva a non dividere la sua ispirazione poetica dall’impegno civile e politico. E davanti a quelle migliaia di persone ammonì la gente dicendo che occorreva stare attenti a non dividersi, per evitare una situazione simile alla guerra civile spagnola”.
Un’analogia che assunse il valore di profezia e che si sarebbe tragicamente avverata. Diversi i cenni al cinema e all’arte, fra proiezioni di video e letture di alcuni dei più bei versi scritti dal poeta. Nel menzionare la vitalità fisica e la passione per la vita nerudiana, Di Paolo ha dato lo spunto ad Ippolito per dare una definizione del personaggio: “Metteva insieme felicità e dolore, contiene in lui, e nei suoi scritti, tutti gli aspetti della vita. Mi piace sottolinearlo”.
Un libro-inchiesta come“Delitto Neruda” ha esplicitamente una missione, quella di destare le coscienze. La verità, insomma, non c’è ma non deve smettere di essere cercata. Questo il messaggio finale dell’autore, che ha poi dato vita al lungo firma-copie di un pubblico numeroso e interessato.
“Velletri Libris”, rassegna ideata dalla Mondadori Bookstore Velletri in collaborazione con Fondarc e Fondazione De Cultura, prosegue e prima della pausa agostana c’è un ultimo appuntamento: giovedì 6 alle ore
21.00, sempre al Chiostro, arriverà la giornalista e scrittrice Valentina Bisti. L’ingresso è libero e ci si può prenotare telefonando in Libreria, inviando un’email a prenotazione@velletrilibris.it oppure utilizzando l’apposito form sul sito velletrilibris.it.
Rocco Della Corte