DONAZIONE MENSILE DO.SA.VO. UNA TAPPA INTERMEDIA DI MANTENIMENTO
SAN CESAREO 27 OTTOBRE 2019 – DONAZIONE MENSILE DO.SA.VO. UNA TAPPA INTERMEDIA DI MANTENIMENTO – 56 SACCHE MA QUALE E’ IL DESTINO DEI CENTRI DI RACCOLTA? Domenica, 27 ottobre, vigilia e atmosfera da Halloween. E non solo, perché sull’antistante piazzale del Centro Anziani si celebrava il gemellaggio di San Cesareo con Tuscania. Il tutto nell’ambito della realizzazione del progetto “ La Meraviglia degli Antichi Sapori”, elaborato dall’Assessore al Turismo Emanuela Fondi. I volontari della Do.Sa.Vo. sono costanti. Non mollano davanti a nulla. Tuttavia un pò meno consistente, rispetto alle altre volte, il flusso dei donatori intervenuti. Lo si è visto nel risultato finale. Sono state contate 56 sacche. Una percentuale non delle migliori. Per il dott. Guglielmo Trua, il risultato di domenica 27 non è da poco. Tutt’altro. È, al contrario, soddisfacente. Da questo siamo passati, poi, ad una questione più importante: il mantenimento dei Centri di Raccolta Sangue. Parlare di incremento è diventato pura utopia, perché la tendenza politica del momento, più che ad aprire, costringe a chiudere i luoghi esterni di raccolta ancora esistenti. Dalla lunga e articolata intervista al dott. Trua, Responsabile delle raccolte esterne del Centro Trasfusionale del Bambino Gesù, è emerso che si è fatto tanto per rendere la Regione Lazio autosufficiente in fatto di carenza di sangue. Infatti, già negli anni ’70, il dott. Pietro Balloni e il dott. Pierluigi Di Carlo, sono riusciti, come per incanto, a istituire diversi punti di raccolte esterne, come palestre, Cral Aziendali, parrocchie, scuole e così via. I volontari hanno risposto in tantissimi. E continuano ad aumentare. Quando tutto andava per il meglio, cioè fino a qualche anno fa, ecco apparire il fantasma del’Europa, che detta legge in ogni campo. La burocrazia, inoltre, stravolge e finisce per complicare le cose. Non suggerisce soluzioni intelligenti e utili, al contrario sceglie le vie più brevi e più sicure: Chi se ne frega dei bisogni di sangue e dei volontari. E’ meglio chiudere tutto e non prendersi alcuna responsabilità. I giornalisti, infine, sono sempre a caccia di scoop. A loro non importa un bel niente se quel fatto o se quella persona fa del bene o del male a qualcuno. Secondo il nostro pensiero, nell’attuale caos della politica sperare in un cambiamento di rotta è praticamente impossibile. Si deve, invece, continuare per venire incontro, sia alle pressanti esigenze di sangue e sia per evitare di distruggere un bacino inesauribile di donatori volontari. La colpa più grave consiste nell’annientamento totale di una cultura sana, umana e altamente sociale. Pino Pompilio