Edoardo Bennato a “Velletri Libris”
“Girogirotondo”: coscienza civica e libertà secondo l’uomo e l’artista
Un conto è scrivere, un conto è cantare: parole di Edoardo Bennato, suggerite dal fratello Eugenio, per descrivere il senso di responsabilità che ha accompagnato l’esperienza editoriale del grande cantautore partenopeo.
“Girogirotondo. Codex latitudinis” (edito da Baldini e Castoldi) è un vero e proprio manifesto che traspone, sotto forma di libro, molti dei messaggi che hanno caratterizzato la parabola cantautoriale dell’autore. In una Casa delle Culture e della Musica gremita, sempre nel rispetto della normativa anti-covid e con posti distanziati, Edoardo Bennato ha incontrato il pubblico di “Velletri Libris” improvvisando un monologo tra canzoni, con la chitarra in braccio, e riflessioni.
La chiave scelta è stata quella ironica, che però non ha rinunciato alla serietà delle “sferzate” nei confronti di una società ingiusta. Non c’è una divisione netta per cui i cattivi stanno al potere e i buoni subiscono, dal momento che i nostri governanti sono lo specchio del popolo: una frase della quale non si è ben affermato il senso, visto il tenore di alcuni dibattiti politici. Concetto portante del libro è quello di latitudine: è un modo per fermare, in senso metaforico, il tempo e farlo spostare. Grazie a ciò, si possono abbattere diversi luoghi comuni, a cominciare da quelli razzisti sul colore della pelle.
Quello che appare, insomma, non è e c’è una spiegazione scientifica e logica a questa affermazione spesso inflazionata e non profondamente interiorizzata. Uno dei temi molto sentiti è quello della differenza tra Nord e Sud, e non sarebbe stato possibile il contrario viste le origini napoletane di Bennato. A Napoli, il cantautore, ha affondato le proprie radici crescendo in un cortile simile a un microcosmo visti gli inquilini provenienti da tutta Italia, operai che lavoravano nelle fabbriche. Un agglomerato di persone che ha arricchito Edoardo ed è stato fondamentale nella sua formazione e nella sua ispirazione artistica. La madre, tuttavia, aveva il cruccio di far imparare la lingua ai suoi figli perché viaggiassero e imparassero cose nuove. La fortuna volle che il professore di lingua tanto agognato non si trovò, mentre ne comparve uno di musica che mise in mano una chitarra a Edoardo.
Da quel momento, praticamente, non se ne è più separato. Anche durante la quarantena l’estro creativo non si è arrestato, e anzi Bennato ha cercato di esprimersi al meglio in quella difficile fase, in collaborazione con il fratello. Molto interessante e coinvolgente la parte aneddotica del monologo, intervallata da canzoni e nuove e da successi storici come “Feste di piazza”: dai viaggi negli USA, in Cile, a Cuba (utili perché “con la gente bisogna parlare”) alla produzione del primo disco iniziata sotto una cattiva stella con il rifiuto del direttore della casa discografica a cui era stato proposto.
Dopo il secco “no”, Bennato si posizionò fuori dalla RAI cercando di attirare l’attenzione dei giornalisti e riuscì nell’impresa tanto da essere poi richiamato dalla stessa casa discografica per la produzione. Al termine dell’intensa chiacchierata con il pubblico, lungo firma-copie e tante foto ricordo (disponibili gratuitamente sulla pagina della rassegna). Un’altra grande serata per “Velletri Libris”, che con l’organizzazione della Mondadori Bookstore Velletri in collaborazione con Fondarc sta bissando nella sua quarta edizione il successo dei primi tre anni riuscendo con un’impeccabile organizzazione a regalare ai veliterni un’estate di alto profilo culturale dopo il lungo lockdown.
Prossimo appuntamento in calendario mercoledì 29 luglio con Aurelio Picca, sempre alle ore 21.00 alla Casa delle Culture. L’ingresso è libero e sarà data precedenza ai prenotati, che possono assicurarsi un posto telefonando in Libreria (0696155094) o compilando il form sul sito www.velletrilibris.it.
Rocco Della Corte