Grottaferrata, La città delle emergenze.
“Emergenze di ogni genere: bomba d’acqua, crolli di muri, tombini che saltano, buche, crolli di alberi (ma non quelli pericolosi), evacuazioni, modifica antidemocratica dello statuto e delle procedure nel 1° C.C., il treno delle deleghe esterne, senza tetto alla Bazzica, i piccioni pericolosi, 1000 utenti da aiutare con cibo, vestiario e giocattoli…, le scuole belle (e quelle sicure?), i parchi necessitano di manutenzione…., banca del tempo animale, il fontanaccio…, nubrifagio e crollo delle temperature, il neofita C.C. paravento di sinistra a destra, la pro loco dell’eterna discordia, il marciapiede, non a norma, senza betonelle, il fiume d’acqua sotto casa, il gatto legato con le proprie viscere, balla spaziale, irrompe in C.C…e in Italia con il mailbombing, il gabbiotto da salvare….per evitare l’affissione contro… con una spruzzata di grezzo, la novità ……del Traiano, …help, gulp gasp, come vogliamo raccontare tutto questo?
Non possiamo certo omettere quelle che sono le vere emergenze di Grottaferrata alle quali non si manifestano né possibili soluzioni e né consapevolezza e voglia di affrontarle in quanto non si reputano responsabili di questo stato.
Andiamo in ordine: un gioco irresponsabile sullo stato della scuola del S.Cuore dall’acquisto alla mancata messa a norma e in sicurezza, ordinanza per l’abbattimento del pino pericoloso, risoluzione del contratto di concessione del patrimonio sportivo pubblico per grave inadempienza del concessionario… ripristinando la legalità e l’accesso democratico agli impianti sportivi pubblici, rispetto delle regole democratiche statuarie, deleghe con il criterio di una competenza riscontrata, consapevolezza dello stato drammatico delle finanze pubbliche operando responsabilmente per riportarle ad una sostenibilità che non scarichi sulle future generazioni tutto il carico del debito, smettendo di umiliare la Comunità in difficoltà, con un assistenzialismo a tempo mentre è necessario ripristinare per tutti i Cittadini quei principi costituzionali ai quali abbiamo diritto e mantenerli nel tempo, un petulante ritornello sotterraneo che anticipa cemento a gogò con faraoniche colate per fare cassa….in poche parole entrate straordinarie e provvisorie per finanziare la spesa corrente (incarichi, deleghe ecc. ecc. ), noi sappiamo che è irresponsabile e illegittimo! Siamo sicuri che anche loro lo sanno per questo lo dicono piano piano per vedere l’effetto che fa, il nostro rifiuto lo diciamo forte forte
Come fa un paese a crescere senza voler cambiare? Troppi sono quelli che non possono e non vogliono farlo perché crescere implica il cambiamento. Si vedono come degli eterni bambini nel corpo che nella mente. Non sono per niente cresciuti. Allora come si fa a cambiare? Per cambiare serve l’umiltà. L’umiltà di ascoltare e il coraggio e la capacità di fare bene, mentre per quello che vediamo, ascoltiamo e leggiamo questa volontà non c’è.
Siamo cittadini che avvertono ogni giorno di più il peso della crisi dell’economia reale, lo sentiamo fuori e dentro casa, al lavoro e in famiglia. Siamo cittadini che non rinunciano a scommettere sul futuro, sappiamo distinguere comportamenti, uomini e responsabilità e abbiamo la consapevolezza che non siamo affatto fuori pericolo. Avvertiamo il dovere di essere più esigenti con noi stessi e il diritto di essere governati da chi, competente, sa rispondere a reali bisogni promuovendo, favorendo ed assecondando il cambiamento con il coraggio dell’umiltà. Una diversa azione politica fuori da semplicismi, trasformismi e nuovi conformismi, affinché si attuino le necessarie e non rinviabili soluzioni”.