I giganti
“c’erano sulla terra i GIGANTI a quei tempi, e anche dopo, quando i figli di DIO si univano alle figlie degli UOMINI e queste partorivano loro dei figli: sono QUESTI gli eroi dell’antichità, uomini famosi”
Genesi 6,4
Il nome
Nella Bibbia la parola nephilim viene spesso tradotta come “giganti” o “titani”, mentre in altre traduzioni si preferisce mantenere il termine nefilim. La radice dunque più accreditata è l’aramaica “naphil” che significa letteralmente “giganti”. In albanese la parola ” ne fillim” significa “all’inizio”. Come dice la bibbia, i giganti erano inizialmente esseri umani.
Alcune versioni parlano di eroi famosi, guerrieri caduti o ancora angeli caduti e un’ennesima traduzione potrebbe essere quelli che sono precipitati giacché il nome deriva dalla radice semitica nafal[1], che significa cadere.
I riferimenti biblici
« Quando gli uomini cominciarono a moltiplicarsi sulla terra e nacquero loro delle figlie, i figli di Dio videro che le figlie degli uomini erano belle e ne presero per mogli a loro scelta. Allora il Signore disse: “Il mio spirito non resterà sempre nell’uomo, perché egli è carne e la sua vita sarà di centoventi anni”.
C’erano sulla terra i giganti a quei tempi – e anche dopo -, quando i figli di Dio si univano alle figlie degli uomini e queste partorivano loro dei figli: sono questi gli eroi dell’antichità, uomini famosi.
L’interpretazione cristiana
I primi apologisti cristiani, come Tertulliano e soprattutto Lattanzio accolsero l’idea, presente chiaramente nel Libro di Enoch e negli scritti ad esso correlati, che i “figli di Dio”, i benei ha-elohim (בני האלהים: lett. “figli degli dèi”) fossero gli angeli caduti, come sembra alludere anche il passo della Genesi. Tuttavia, in seguito Giulio Africano ed Agostino d’Ippona condannarono l’idea che i così detti “figli di Dio” potessero essere angeli. Nella Città di Dio, i figli di Dio sono fatti divenire i discendenti di Set. Altri suggeriscono che i “figli di Dio” in realtà fossero personaggi storici del passato, completamente umani, divinizzati dalla tradizione orale. I “figli di Dio” sono quindi individuati come i discendenti di Set, mentre i “figli degli uomini” come i discendenti di Caino. A conforto di questa ipotesi si richiama il fatto che lo scopo del diluvio universale inviato da Dio era quello di spazzare via dalla Terra quei nefilim che si erano resi così orgogliosi e depravati ai tempi di Noè.
Altre ipotesi
Vi sono stati alcuni tentativi di riconciliare la mitologia con la scienza teorizzando che alla radice della mitologia vi siano elementi di verità nella forma di “leggenda” molto distorta. In questo contesto, i Nephilim sono stati associati con la popolazione di Atlantide, che alcuni sostengono essere in contatto o addirittura discendenti dagli extraterrestri.
I Nefilim come superstiti preistorici
La teoria prevalente per stabilire un legame tra la scienza e la Bibbia è quella che sostiene che i Nephilim fossero neandertaliani sopravvissuti (oppure i loro resti ossei), o forse un ibrido tra Homo sapiens e uomo di Neanderthal. Questa teoria assomiglia a quella che associa la leggenda dei draghi alle ossa di dinosauro.
Molti studiosi pensano che l’uomo moderno abbia condiviso gli stessi territori dei neandertaliani per molti millenni, e che la regione del Vicino Oriente sia stata l’ultimo habitat per uno sparuto numero di tribù superstiti di Homo sapiens neandertalensis o di H. neandertalensis. Dunque, è concepibile che sia rimasta una memoria popolare di queste tozze e forti creature, tramutata in leggenda che evolse successivamente in popolari racconti mitologici, più o meno adattati al loro gusto dalle varie civiltà. Ad esempio, in Sardegna, creature ancestrali, tozze e pelose sono raffigurate dalle maschere dei “Mamuthones”.
Tuttavia, gli studi più recenti hanno dimostrato come la commistione tra neanderthaliani e homo sapiens fosse un evento all’ordine del giorno per i nostri antenati, di cui alcuni discendenti portano ancora le tracce nei propri tratti somatici, rendendo in buona parte invalida una simile elucubrazione
La teoria degli antichi astronauti
Zecharia Sitchin ed Erich Von Daniken hanno scritto libri sostenendo che i Nephilim siano i nostri antenati e che noi siamo stati creati (con l’ingegneria genetica) da una razza aliena (per i sumeri gli Annunaki, per altre credenze i nordici o gli abitanti di Nibiru). Nei voluminosi libri di Sitchin si impiega l’etimologia della lingua semitica e traduzione delle tavolette in scritta cuneiforme dei Sumeri per identificare gli antichi dei mesopotamici con gli angeli caduti (i “figli di Elohim” della Genesi). Osservando che tutti gli angeli vennero creati prima della Terra, lui constata che non possono essere della Terra… e dunque, potrebbero tutti essere considerati semanticamente come dei puri “extraterrestri”.
Nei suoi libri David Icke presenta una teoria simile, nella quale esseri interdimensionali rettiliani servendosi dell’ingegneria genetica danno luogo ad una progenie con tratti fisici di alta statura, pelle chiara, e suscettibilità a qualsiasi forma di suggestione ipnotica (che a suo parere, avviene quando i “demoni” posseggono la loro progenie e pretendono fedeltà), ed afferma che questa linea di sangue è rimasta in controllo del mondo dai giorni dei Sumeri fino ad oggi. Va detto, per completezza, che le teorie di David Icke sono considerate da alcune comunità di ufologi come vere e proprie falsità.