Il “Giallo nella palude redenta” di Antonio Scarsella fa tappa a Cori
Sabato 1 Ottobre, alle ore 18, presso il Museo della Città e del Territorio di Cori sito in via Giacomo Matteotti, si terrà la nuova presentazione del libro di Antonio Scarsella, con l’intervento, insieme all’autore, del Sindaco Tommaso Conti e di Dario Petti, editore e saggista. Scarsella già Sindaco di Sermoneta e Presidente del Consorzio Industriale Roma-Latina, con “Giallo nella Palude Redenta”, pubblicato da Atlantide Editore, ha realizzato un’opera d’esordio che tanta curiosità e interesse ha suscitato in questi mesi. Il ritrovamento di un cadavere lungo un canale di Tre Ponti, dà il via alle indagini del giovane Maresciallo dei Carabinieri Duilio Spolon impegnato a dipanare un’intricata matassa nella Latina-ex Littoria degli anni Cinquanta, quando la questione contadina era ancora uno dei problemi più importanti della vicenda nazionale, mentre internamente era alta la conflittualità tra coloni dell’ONC e i contadini della collina lepina che si erano sentiti espropriati delle terre della pianura e ne rivendicavano il possesso.
La questione si complica politicamente perché i coloni veneti assegnatari dei poderi votavano in massa per la Democrazia Cristiana, mentre i contadini poveri dei Lepini erano legati al Partito Comunista e al Partito Socialista, insomma i “bianchi” contro i “rossi”. Si aggiungono le pressioni della stampa locale e quelle dei superiori che spingono verso una celere e indirizzata soluzione a cui le analisi e l’istinto del maresciallo non sottostanno. Il rapporto tra pianura e collina è il filo rosso che tiene insieme i ragionamenti, suggerisce piste di ricerca per le indagini. Il territorio è costantemente presente nel racconto, non semplice sfondo o teatro dell’azione ma colui che contiene i segni che spiegano la storia degli uomini. Come scrive Floriana Giancotti nell’introduzione: “Questo romanzo nasce come un giallo, ma diventa occasione per un’approfondita analisi sulla storia locale e sulle eterne caratteristiche del potere e dell’uomo in generale. Senza pedanteria, senza tracotanza interpretativa, con uno stile piacevole, con un ritmo incalzante che consente al lettore di non perdere mai di vista l’elemento “romanzesco” che ne giustifica la lettura”.
Marco Castaldi