Il sogno di volare dell’ingegnere Alessandro Marchetti e il museo che a Cori porterà il suo nome
Due intense giornate nel nome di Alessandro Marchetti quelle vissute a Cori (LT) con LA MIA CHIMERA È UN SOGNO: mostre, convegni, proiezioni, oltre alla firma del gemellaggio tra il comune lepino che gli ha dato i natali e quello di Sesto Calende (VA), dove l’ingegner Marchetti ha operato. Giornate dense di appuntamenti in cui è emersa una figura complessa, dai molteplici aspetti – pioniere e progettista, costruttore e pilota, ingegnere e imprenditore – e in cui è andato delineandosi il progetto che si concretizzerà nel futuro museo Alessandro Marchetti, dove saranno raccolti e custoditi documenti, materiale d’archivio, filmati d’epoca, foto, disegni, modelli che testimonieranno della straordinaria avventura professionale di questo pioniere del volo. L’ingegner Marchetti fu infatti uno dei più grandi progettisti aeronautici italiani, che a Cori nacque e nel 1910 ideò il suo primo aereo (Chimera) ispirandosi al volo dei falchi, e che a Sesto Calende visse i suoi successi, facendo della SIAI Marchetti, tra le due guerre, la più famosa industria aereonautica del mondo.
I lavori sono stati introdotti dal sindaco Mauro De Lillis che si è in particolare soffermato sulla partecipazione del Comune di Cori a un bando regionale per la valorizzazione di centri museali e culturali già esistenti attraverso l’utilizzo delle nuove tecnologie. “Stiamo rispondendo – ha spiegato – tramite una rete di Comuni (Cori, Sermoneta, Norma, Rocca Massima) con la Fondazione Caetani che sarà capofila del progetto”.
Gregory Alegi, docente di Storia Aeronautica, nel corso del convegno ‘Marchetti a Cori: cosa resta?’ ha sottolineato la dimensione di industriale di Marchetti, che partecipò al rischio d’impresa, oltre a quella di progettista solitario in un piccolo comune del centro Italia ed ha illustrato proprio il progetto museale da pochi giorni presentato in Regione.
Paolo Varriale, consigliere scientifico del museo Francesco Baracca di Lugo di Romagna (RA), ha spiegato le modalità in cui il museo potrà attrarre non solo appassionati di aeronautica ma anche una platea più ampia e meno specializzata.
La necessità di un centro studi che affianchi il museo è stata invece illustrata da Gherardo Lazzeri, curatore della Bibliografia Aeronautica Italiana 1937-2000.
Mentre Max Pinucci, docente all’ISIA (Istituto superiore per le industrie artistiche) di Firenze, ha raccontato come le nuove tecnologie – grazie all’interattività, alla tridimensionalità, agli ologrammi – potranno rendere la cultura maggiormente fruibile e farci magari “salire” su un S55.
In nome della famiglia dell’ingegnere ha parlato Alessandro Caucci Molara, il quale ha voluto ricordare il profilo artistico di Marchetti, “alla base – ha detto – del design delle sue creazioni tecniche”.
Molto sentiti gli interventi di Giovanni Buzzi, vicesindaco di Sesto Calende, che ha sottolineato come l’eredità di Marchetti sia tuttora viva nel distretto aeronautico della provincia di Varese, e di Marzio Mariani, Gruppo Lavoratori Seniores SIAI Marchetti, che ha parlato dell’ingegnere come di un “benefattore che durante la guerra, dal ’38 al ’45, ha dato lavoro e dignità a 11.000 persone”, in un paese che all’epoca nel contava 6.000: parliamo di un’azienda dunque che dava occupazione non solo all’intera Sesto ma a tutti i paesi della zona.
In rappresentanza dell’Aeronautica al convegno erano presenti il generale Vincenzo Falzarano, comandante della 4ª Brigata, e il colonnello Luca Vitali, comandante del 70° Stormo.
La due-giorni de ‘La mia Chimera è un sogno’ si è poi arricchita, tra varie iniziative collaterali, di due mostre. Una, al chiostro del complesso monumentale di Sant’Oliva, ha visto esposti oggetti, disegni e progetti, donazione del Gruppo Lavoratori Seniores SIAI Marchetti. Nell’altra, inaugurata dall’Assessore alla Cultura Paolo Fantini presso la biblioteca civica E.F.Accrocca, dal titolo ‘Fogli Volanti’ e curata da Mauro Carrera, compaiono 14 opere, di altrettanti autori provenienti da tutta Italia, sull’idea del volo e su Alessandro Marchetti (visitabile fino al 29 luglio). Il tutto si è concluso con i disegni e i pensieri dedicati a Marchetti dai bambini della scuola primaria Virgilio Laurienti e con la proiezione del docufilm ‘Con gli occhi pieni di cielo’ di Angelo Bianchi, che narra gli anni giovanili dell’ingegnere.
Alessandra Tabolacci