KO AL BULLISMO INCONTRA IL NAZIONALE CARBOTTI
KO AL BULLISMO INCONTRA IL NAZIONALE CARBOTTI
COLONNA La palestra non è il bar, il campo sportivo non è la sala giochi sotto casa: questione di luoghi. Questione di modi: occupare il tempo libero facendo movimento, imparando tecniche e disciplina all’interno di uno spazio regolamentato in presenza di educatori ed istruttori, inibisce di inciampare in cattive condotte.
A far visita a quelli di KO al bullismo, venerdì scorso, è stato Mirko “Scrocchia” Carbotti, astro nascente (ma già più che splendente!) del pugilato nazionale, esempio di come, tante volte, se fai qualcosa per salvare te stesso, poi quella cosa ti ripaga con gli straordinari.
Tornato dal Training Camp in Kazakistan, dove in vista dei futuri impegni hanno svolto la preparazione le migliori promesse e certezze della boxe italiana, l’atleta romano sta approntando il viaggio a Parigi per il torneo Les Ceintures dei primi d’aprile, malgrado un problema al ginocchio per il quale facciamo gli auguri di pronta soluzione. Dal Kazakistan alla Francia. Partendo da Tor Bella Monaca. Se due sono gli anni sorpassati dal titolo conquistato nel TLB che lo ha lanciato nel panorama azzurro, tanti di più sono quelli trascorsi da quando il giovane Carbotti, in piena adolescenza, decise di intraprendere la boxe per togliere i chili di troppo e per ignorare le problematiche e la delinquenza del suo quartiere natale. Dalla Boxe Casilina 2105 alla Boxe Casal Bruciato al ring della Silicella Boxing Gym di Torre Maura, attuale patria agonistica dell’ora Guanto d’Oro e campione italiano 2015 dei pesi supermassimi, quello dell’umile ragazzo di periferia è stato un pellegrinaggio che, affondando le radici nella pur disagiata realtà romana, promette adesso di instradare sentieri nobili fuori dalla terra natia: come a dire, bene e male coesistono un po’ dappertutto, ciò che conta davvero è saper discernere e fare le scelte giuste. “Sogno le Olimpiadi” – ci dice Mirko, e ne ha ben donde. “Ho scelto questo sport perché è la mia passione sin da piccolo, sono cresciuto con i miti di Tyson e Leonard. Vivendo in alcune zone periferiche di Roma il rischio di imboccare strade sbagliate è molto elevato. Ci vuole forza di volontà e intelligenza”. L’intelligenza, si diceva, di fare le scelte giuste, anche in contesti in cui sbagliare è più facile ed istintivo.
KO al bullismo, marchio patrocinato dell’ex Fiamme Oro Maurizio Micarelli al quale aderiscono diverse società tra cui l’Asd Colonna Boxe di D’Ambrosi (sede dell’incontro con Carbotti e con Bentini e Petriglia, glorie azzurre degli anni sessanta e settanta), propone ai centri sportivi della realtà capitolina e di provincia di emulare le palestre di pugilato, adottando lo striscione con lo slogan, accogliendo i ragazzi con problemi familiari alle spalle e offrendo spazi fisici che siano più costruttivi del bar e della sala giochi sotto casa. Per chiarimenti e informazioni, riferirsi alla Pagina Facebook KO AL BULLISMO.
ALESSIO LORETI