La leggenda moderna di Rennes-le-Château
Rennes-Le-Chateau; un paesino della Linguadoca in Francia che attrae gli esoteristi di tutto il mondo. Ma perché? La gente non è molto ospitale… e poi il paesino ha una popolazione di soli 100 abitanti! E’ veramente incredibile. Nella zona di Rennes-Le-Chateau sono state trovate tracce della civiltà romana, ma tutti la ricordano con il nome di Rhaede, capitale del regno visigoto. Nel V secolo la città contava più di 30.000 abitanti, ed ora solo 100… perché questo decadimento improvviso? Beh ci fu un’epidemia di peste che sterminò la popolazione, ecco la causa di questo decadimento demografico. Il paesino faceva parte del feudo del sesto Gran Maestro dei Templari, Bertrand de Blanchefort, colui che nel 1160 aveva deciso il trasferimento del tesoro dal Tempio di Salomone in Europa. Comunque veniamo al mistero.
Come nasce la leggenda del tesoro dei Templari?
Tutto cominciò nel 1644 quando François Pierre, barone d’Hautpoul, redisse testamento presso il notaio Captier di Esperaza; nel testamento si parla di segreto di Stato.
Spostiamoci nel 1781. Curato di Rennes-Le-Chateau è Antoine Bigou, un personaggio molto curioso; egli era il curato successore dello “zio Jean”, curato anche lui a Rennes-Le-Chateau. Inoltre non troviamo documenti che rivelano l’esistenza di questo personaggio, Bigou. Forse il suo vero nome era un altro? Questo probabilmente non lo sapremo mai. Comunque, nel 1780, Bigou fu chiamato dalla marchesa d’Hautpoul-Blanchefort ( diretta discendente di Bertrand de Blanchefort ) perché stava per morire e doveva confessarsi. Bigou corse dalla marchesa e fu sorpreso: la marchesa era malata, ma non era in punto di morte. In realtà infatti, la marchesa voleva rivelare al curato un segreto di famiglia che doveva essere tramandato. E così fece. La marchesa morì il 17 gennaio 1781 e venne sepolta nel cimitero della chiesa, al contrario dei suoi familiari e antenati, che erano stati sepolti nella cripta all’interno di essa. Il segreto rivelato a Bigou doveva essere qualcosa di terribile, tanto che fu visto parlare da solo. 10 anni dopo, sempre Bigou, coprì la tomba della marchesa con una lapide proveniente da un’altra tomba che si trova a Les Pontils ad Arques.
Inoltre davanti all’altare pose una lastra sul pavimento chiamata “dalle des Chevaliers” e la pose capovolta
Ultima cosa: in uno dei pilastri accanto all’altare pose alcuni documenti, che saranno ritrovati anni dopo. Perché Bigou seppellì la marchesa separatamente dai suoi familiari? Perché non mise la sua tomba nella cripta della chiesa? Tutto ciò è molto strano, infatti una marchesa che conosceva un segreto, che faceva parte della dinastia merovingia e che aveva dei familiari appartenenti all’Ordine Templare meritava pienamente di essere sepolta nella cripta insieme alla sua famiglia. E infatti la verità è diversa; la scopriremo poi. Bigou fu dichiarato “prete non giurato” nel 1791 e morì nel 1794 in Spagna, dove si era rifugiato. Ma il segreto doveva essere tramandato, e Bigou, prima di morire, lo rivelò all’abate Caunielle, che a sua volta lo rivelò ad altri due abati, Jean Viè e Cayron. Jean Viè era curato di Rennes-Le-Bains e il suo successore fu Henri Boudet, che diventerà presto amico di un certo Saunière…
Ci spostiamo nel 1885, precisamente il 1° giugno, quando curato di Rennes-Le-Chateau divenne Berenger Saunière, un curato molto particolare, interessato ai fenomeni esoterici e alla massoneria.
Innanzitutto appena arrivò Saunière al paesino, fu sconfortato alla vista della chiesa : era quasi distrutta e completamente da ristrutturare. Aveva pochi soldi, e inoltre, un prete come lui, molto colto e intelligente si sentì sminuito alla nomina di prete in un posto così sperduto e desolato. Come abbiamo detto era povero, perciò per finanziare i lavori di ristrutturazione chiese un prestito; la Marchesa di Chambord gli diede 3000 franchi, il Municipio 1400 franchi.
Durante i lavori Saunière aprì alcune tombe e si dice che abbia trovato alcune pergamene. Saunière, dopo la decifrazione di due pergamene, diventò immensamente ricco e cominciò di punto in bianco a spendere molto denaro. Fece costruire la Villa Bethania, casa di riposo per preti, costruì un serbatoio d’acqua e una nuova strada di collegamento per Rennes-Le-Chateau. Costruì anche la Torre Magdala dove vi era lo studio e la sua biblioteca.
Fece restaurare la chiesa e mise da parte un patrimonio in porcellane, sculture antiche e libri rari.
Saunière per le sue opere spese una cifra come circa 15 milioni di Euro odierni. Doveva aveva trovato tutti questi soldi un povero prete di campagna? Aveva forse trovato un tesoro? Forse grazie alle pergamene aveva trovato una specie di mappa per il tesoro?
Ed ecco che tornano in ballo i Templari. Per quanto diverse fossero tra loro le teorie, anche qui i Cavalieri Templari occupano una posizione di primo piano. Dipende dal fatto che Rennes-le-Chateau, un paese posto su una montagna impervia e appartata, era stato un territorio chiave dei Cavalieri Templari; infatti, su cinquantadue chilometri quadrati si trovavano sei sedi dell’Ordine, che servivano ufficialmente a sorvegliare la strada dei pellegrini verso Santiago di Compostela, che passava per quel territorio.È facile supporre che nel 1307 i Cavalieri Templari, che già sospettavano di essere arrestati, abbiano trasportato le loro ricchezze al sicuro nella regione in cui erano più presenti e dove potevano contare sul massimo appoggio da parte della popolazione. In quel periodo di persecuzione, tra i Cavalieri Templari e gli abitanti della regione si formò una solida comunità, tanto che l’intera regione si trasformò in un unico covo di resistenza contro il re francese e la Chiesa. In realtà i Cavalieri Templari che vivevano nella sede dell’ Ordine sul Bézu, una montagna nelle vicinanze di Rennes-le-Chateau, nel 1307 riuscirono a sfuggire alle guardie del re.
Non è chiaro se furono avvertiti o se forse la polizia locale li lasciò scappare di proposito, in ogni caso è chiaro che qui i Cavalieri Templari si muovevano in assoluta sicurezza. Qui sarebbe stato conservato al sicuro, per secoli, il tesoro del Tempio.
Nel corso della ristrutturazione della chiesa del villaggio di Rennes-le-Chateau, il parroco Bérenger de Saunière si sarebbe imbattuto in alcuni documenti cifrati che lo portarono a scoprire un segreto. In uno di questi vi era la citazione: “A Dagobert u roi et a Sion est ce tresor et il est la mort”. Vi sono due diverse traduzioni possibili ed entrambe pongono interrogativi. La prima suona così: “questo tesoro appartiene al re Dagobert II e a Sion, e qui giace morto”.
La Hauf sostiene che i Cavalieri Templari avrebbero probabilmente scoperto nella miniera un materiale di enorme valore, che però poteva anche uccidere: l’uranio.
La Hauf ritiene inoltre di sapere come utilizzavano l’uranio i Cavalieri Templari: lo usavano per uccidere lentamente. Così si spiega perché i nemici dell’Ordine morirono quasi tutti nello stesso anno in cui salì sul rogo l’ultimo Gran Maestro Jacques de Molay (1314), spesso per cause misteriose.
Molte leggende in Languedoc raccontavano che il tesoro dei Cavalieri Templari si trovava in questa regione e che era stato portato da Gerusalemme, nel 70 d.C., dall’imperatore romano Tito.
Il punto di partenza di questa leggenda è l’anno 1156, quando il Gran Maestro Bertrand de Blanquefort, la cui casa natale distava solo a un chilometro e mezzo, ordinò vasti scavi nelle vecchie miniere d’oro intorno a Rennes-le-Chateau.
Tutto ciò si verificò in circostanze misteriose: Bertrand de Blanquefort fece venire gli operai da fuori, dalla Germania, probabilmente perché non avrebbero potuto parlare,con gli abitanti del luogo, di ciò che cercavano o che avevano trovato nelle miniere. Le voci che presto cominciarono a circolare su queste attività dicevano che i Cavalieri Templari cercavano l’oro là sotto, ma è davvero poco verosimile, infatti già i Romani avevano scavato in quella miniera alla ricerca dell’oro finché ne era valsa la pena. Quindi quasi sicuramente questi scavatori non cercavano l’oro. Cesare d’Arcons, che apparteneva alla squadra di ingegneri, nel suo rapporto scriveva che forse avevano messo al riparo del metallo, costruito oggetti di metallo o forse addirittura scavato una cripta e installato una specie di cassaforte. Cosa doveva contenere questa cassaforte?
E, come arrivò il tesoro ai Cavalieri Templari? I Visigoti nel 410 lo presero ai Romani e lo nascosero in un luogo sconosciuto. Il re dei Merovingi di Francia, Dagobert II, aveva sposato una principessa dei Visigoti e forse proprio da lei era venuto a conoscenza del nascondiglio del tesoro.
Lincoln, Baigent e Leigh formulano una teoria totalmente diversa, perché ritengono che non si tratti di un tesoro materiale, ma di un segreto tanto pericoloso, che in certi luoghi si sarebbe pagata qualsiasi cifra perché non fosse reso pubblico. Questi autori sono dell’opinione che si tratti della prova inconfutabile che Gesù Cristo non fu crocifisso, ma che visse fino all’anno 45.
Queste enormi quantità di denaro vennero dall’unico luogo a cui potesse interessare che questa sconvolgente notizia rimanesse segreta: il Vaticano. Se infatti Gesù non fosse morto per espiare le colpe dell’umanità e non fosse risorto, cadrebbe il dogma principale della Chiesa Cattolica. Prendendo in considerazione questa ipotesi, alcune dichiarazioni dei Cavalieri Templari durante il processo appaiono sotto una luce totalmente diversa: i Cavalieri Templari sputavano forse sul crocifisso poiché sapevano con certezza che Gesù non era morto sulla croce e quindi quel simbolo era una falsità? I Gran Maestri sapevano o tenevano questa prova inconfutabile tra il loro Tesoro?
Come ebbero questa prova? Quasi sicuramente la ebbero dai Catari, la cui fortezza più importante, Montségur, era caduta il 15 marzo 1244. Anche in questo caso si dice che uno o addirittura due tesori sarebbero stati portati via, poco prima. Già nel gennaio del 1244 i Catari avevano messo al sicuro il loro oro e argento, ma solo immediatamente prima della caduta della fortezza avrebbero messo in salvo ciò che per loro aveva evidentemente un valore enorme, anche se non si trattava di valore materiale. Dove portarono questo tesoro di enorme valore?
Il 17 gennaio del 1917, L’abbate Saunière si sentì male mentre stava a Villa Bethania ed ebbe paura, tanto che fece acquistare dalla sua perpetua, Marie Denardaud, una bara. Egli chiamò lo stesso 17 gennaio l’abate Rivière per confessarsi. La confessione durò a lungo, ma non ebbe l’assoluzione (!!!). Saunière voleva sicuramente rivelare il segreto all’abate, e così fece, ma Rivière non capì o non volle capire. L’abate fu visto uscire da Villa Bethania completamente sconvolto. Probabilmente Saunière non ebbe l’assoluzione perché rivelò a Rivière l’ipotesi della non-resurrezione del Cristo che avrebbe messo in crisi i principi della Cristianità. Saunière morì il 22 dello stesso mese senza i “comforti religiosi” e sulla sua tomba troviamo qualcosa di misterioso. Nella scritta INRI della croce, la N è rovesciata in questo modo: И
Secondo alcuni studi, la N che vorrebbe dire NAZARETH, diventa HTERAZAN, che diverrebbe la contrazione dell’antico ebraico HA TE RATZ AN che significa “camera misteriosa”. Il riferimento è chiaro: al Sancta Sanctorum.