La situazione della 167 di Palestrina.
In questi giorni chiunque percorra la Via Prenestina da Palestrina verso Zagarolo può vedere in bella mostra alcuni striscioni in corrispondenza della zona residenziale di nuova costruzione denominata 167.
La protesta è organizzata dal Comitato di quartiere che si è costituito il 1 febbraio 2014 principalmente per far fronte alle innumerevoli mancanze dell’amministrazione comunale, colpevole di aver mal gestito e molto sottovalutato le problematiche insistenti in questa zona. Infatti questo Comitato è riuscito ad arrivare dove sarebbe dovuto essere il Comune di Palestrina raggiungendo alcuni dei principali obiettivi preposti.
Non è un mistero che la zona 167 rappresenta uno scandalo edilizio voluto e avallato dall’attuale amministrazione comunale. Dove non esisteva alcun impianto necessario allo sviluppo urbano è stato costruito un’intero quartiere con appartamenti venduti come zona residenziale di prestigio, mentre mancano fognature, acqua e luce.
Lo scandalo continua giornalmente con una serie di permessi provvisori che vengono rilasciati ad attività commerciali e abitazioni per sopperire all’errore iniziale, ma, di fatto, la giunta di Palazzo Verzetti non è ancora in grado di dare una sistemazione definitiva al problema intervenendo con decisione e con determinazione laddove basterebbe veramente un po’ di attenzione.
Che le soluzioni si possano trovare facilmente lo ha dimostrato il Comitato che si è costituito che ha scavalcato l’Autorità cittadina andando a fornirsi di documentazioni (che dovrebbero essere pubbliche) con il procedimento inverso, cioè alla fonte. Finora il Comitato ha raggiunto diversi obiettivi concreti. Primo fra tutti la consegna della posta. Si perché in quel quartiere non c’è nemmeno una viabilità, una nomenclatura e dei numeri civici per cui risultava che circa 200 famiglie abitassero allo stesso numero civico, l’ 86/a… immaginate una cassetta della posta per tutte quelle persone? Il Comitato, innanzi tutto, non avendo riscontro dall’Amministrazione centrale, ha provveduto ad un accordo con il Dirigente dell’Ufficio Postale che si è impegnato a consegnare la posta a domicilio palazzo per palazzo nonostante, ufficialmente per le Poste Italiane, risulti soltanto uno stabile.
Altra vittoria è quella che riguarda la raccolta dei rifiuti. Sempre a causa dell’assenza del Sindaco e dei suoi collaboratori, nella zona non era stato predisposto alcuno servizio di raccolta differenziata. Dopo diverse sollecitazioni il Comitato ha deciso, ancora una volta, di andare alla fonte raggiungendo un accordo con la Soc. AMBI.EN.TE. S.p.A. Durante tutto il percorso era emerso che per la Società, che gestisce la raccolta per conto del Comune di Palestrina, il servizio doveva essere fornito a circa 20 famiglie, quindi tutto era stato predisposto su questa base. Attualmente il Comitato ha fornito di propria iniziativa un censimento aggiornato e la Società di raccolta ha provveduto ad adeguare il servizio.
Cose che, in una Amministrazione Comunale che funziona, non sarebbero dovute succedere.. e non si può nemmeno dare a discolpa la giustificazione che certe informazioni non si sapessero poiché ogni mercoledi una rappresentanza del Comitato era puntualmente a colloquio con il Sindaco Adolfo De Angelis il quale ha saputo dare soltanto una serie infinita di promesse mai mantenute.
Un altro problema molto sentito dagli abitanti del comprensorio, e anche da chi ha, purtroppo, acquistato un appartamento ma non riesce ad usufruirne per la mancanza di servizi primari, è il primo obiettivo ancora da raggiungere: la bonifica del terreno circostante il comprensorio. Infatti le palazzine della zona 167 sono confinanti con un terreno che era stato dato in uso alle imprese di costruzione per poter manovrare tranquillamente. Ora viene usato come discarica di molteplici materiali, nocivi e non, poiché il terreno non è recintato e chiunque può accedervi. E’ stata fatta una bonifica, sempre per iniziativa autonoma degli abitanti della zona, ma il fenomeno non si arresta (beata civiltà dei cittadini n.d.r.) e si rende necessario provvedere alla recinzione e delimitazione dell’area.
L’obiettivo più importante, però, è riuscire a portare elettricità ed acqua potabile all’intero comprensorio. Il Comitato ha iniziato ad interagire con ENEL e ACEA a tal proposito, ma le difficoltà sono molte in quanto l’Autorità Cittadina non collabora minimamente, anzi, proprio in questi ultimi giorni ha deliberato un atto in cui, praticamente, scarica la sua responsabilità sull’ENEL per quanto riguarda l’elettricità.
Dovete sapere che la zona attualmente è servita soltanto da una cabina elettrica che eroga fino a 530 kw/h, quantità totalmente insufficiente per tutta la popolazione (che è minima rispetto al potenziale di piena occupazione) attualmente collegata alla rete. Ne risulta una impossibilità di molti, soprattutto delle attività commerciali, ad usare l’elettricità come dovrebbe essere garantito in un paese civile. L’unica cabina usufruibile è stata ceduta dal Comune all’ENEL nel 2012, ma sul territorio circostante ce ne sono altre due completamente inutilizzate poiché non vengono cedute. Ora il Comune ha deliberato una diffida all’ENEL per provvedere all’allaccio delle utenze, ma, di fatto, non mette in condizione lo stesso Ente di ottemperare alla diffida. In questo modo si tenta di lavarsi la faccia (e le mani) pensando che la manovra passi inosservata o, peggio, non venga capita dai cittadini.
La cessione delle altre due cabine garantirebbe a tutta la zona una rete adeguata in attesa che arrivi la media tensione senza essere in balia di una persona, Claudio Scaramella, che attualmente decide a chi dare o meno l’utenza. Si, perché si considera la richiesta soltanto di 114 famiglie (su tutto il comprensorio) e per 2 attività commerciali e due contatori condominiali. Lo scopo è chiaro a tutti: tenere gli abitanti della zona sotto ricatto.
Per quanto riguarda l’acqua, invece, è stato chiesto più volte al Comune, anche in forza del fatto che i consiglieri Lulli, Dolce e Rosicarelli (anche se quest’ultimo è adibito a mansioni che esulano dall’erogazione dell’acqua) sono impiegati all’ACEA, di intervenire perché il pozzo dell’adiacente PIP venga ceduto a questo Ente in modo che si possa predisporre una rete idrica per la zona 167 e la zona di Vallefredda, che versa nelle stesse identiche condizioni. Si discute di fare un allargamento del marciapiede di Viale della Vittoria per inglobare gli alberi (stringendo ancora di più la strada) e spendere per questo € 300.000,00 che, invece, potrebbero essere impiegati per sanare la zona 167 e tutta la parte adiacente.
Materiale per una sana meditazione sul futuro di Palestrina ce n’è a iosa… E’ ormai impossibile nascondere le responsabilità dello sfacelo commesso con la zona 167, nonostante si tenti in tutti i modi di scaricare responsabilità e svicolare da una soluzione in modo che possa essere strumentalizzata a seconda delle utilità e dei casi, soprattutto in clima elettorale.