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La Festa di Primavera o capodanno lunare,  in Occidente generalmente nota come capodanno cinese dove è letteralmente chiamato “capodanno agricolo”, è una delle più importanti e maggiormente sentite festività tradizionali cinesi, e celebra per l’appunto l’inizio del nuovo anno secondo il calendario cinese. Essendo quello cinese un calendario lunisolare, i mesi iniziano in concomitanza con ogni novilunio; di conseguenza la data d’inizio del primo mese, e dunque del capodanno, può variare di circa 29 giorni, venendo a coincidere con la seconda luna nuova dopo il solstizio d’inverno, evento che può avvenire fra il 21 gennaio e il 19 febbraio del calendario gregoriano. A partire da questa data, le festività durano per quindici giorni, concludendosi con la tradizionale festa delle lanterne.

Oltre che, ovviamente, in Cina, la festività viene celebrata in molti paesi dell’Estremo Oriente, in particolare CoreaMongoliaNepalBhutanVietnam e Giappone e anche nelle innumerevoli comunità cinesi sparse in tutto il mondo.

Grazie alla nostra amica Lu Ye, quest’anno siamo stati presenti alla festa organizzata a Roma presso il Teatro Orione, domenica 18 gennaio, dove lei si è magistralmente esibita. L’interessantissima manifestazione è stata ripresa dalla tv cinese e sarà trasmessa il 19 febbraio prossimo oltre che in Cina, anche in moltissimi paesi del mondo, compresa l’Italia (non sappiamo ancora su quale canale).

Il Festival per il Capodanno cinese è stato organizzato dal comune  di Wenzhou, provincia sud-est del paese asiatico da dove proviene gran parte dei cinesi stabiliti in Italia, “per riunire la comunità e stabilire rapporti con le istituzioni della Cina”, racconta Yang Dixi, responsabile del gruppo giovanile Comitato di rappresentanza cinese in Italia.

Tanti i messaggi di importanti personalità della vita politica e sociale cinese, proiettati sullo schermo del teatro (il Sindaco del comune di Wenzhou e il Presidente della loro provincia), e quelli di rappresentanti della Repubblica Popolare Cinese in Italia sul palco, come l’Ambasciatore in Italia Li Ruiyu, alla presenza dell’On. Fassina, del Consigliere Regionale Maria Teresa Petrangolini e dell’Assessore al Comune di Roma con delega per  Scuola, Università, politiche della memoria, sport, politiche della qualità della vita e partecipazione attiva dei cittadini, Paolo Masini. Questi ultimi anche sono intervenuti portando il saluto alla comunità cinese in Italia da parte delle Istituzioni da essi rappresentate ed esprimendo soddisfazione per l’ottima collaborazione che si è instaurata tra le due nazioni.

Al termine dei saluti di rito è iniziato lo spettacolo con il tradizionale dragone di carta che ha percorso danzando i corridoi del teatro prima di salire sul palco dove è stato raggiunto da un gruppo di piccole ballerine in costume. Varie le esibizioni in un crescendo di bravura e spettacolarità, tra queste la scuola di Kung Fu di ispirazione Shao Lin presente a Roma con allievi non solo cinesi, la scuola di lingua cinese Zhonghua di Roma particolarmente conosciuta per le attività svolte dai piccoli allievi (danza, teatro, canto) e artisti provenienti dalla Cina dove godono di particolare popolarità (musicisti, cantanti lirici e anche pop).

Il clou in chiusura dello spettacolo con la splendida esibizione di Lu Ye che, in omaggio al Paese ospitante, ha cantato impeccabilmente in italiano Torna a Surriento e O’ sole mio.

L’evento è stato organizzato grazie alla collaborazione di molte associazioni tra cui: Comunità Cinese di Roma, Cinesi di Wenzhou nel mondo, il giornale Il tempo Europa Cina. Lo spettacolo è stato registrato interamente in cinese, pertanto è stato difficile per noi capire i nomi di tutti gli artisti che si sono esibiti, ci scusiamo per questo.

Gioia Cafaro

 

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