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Il 10 giugno a Palestrina si è svolta la quarta edizione della manifestazione “Una canzone per te… canto di una madre al cielo”.

Mi era capitato di vedere qualche edizione precedente, ma non proprio attentamente, quest’anno invece ho deciso di partecipare più da vicino, anche perché ho seguito, attraverso i vari social, l’impegno e la devozione degli organizzatori.

All’arrivo a Piazza Santa Maria degli Angeli, luogo dove si è svolta la manifestazione, ho visto subito che il tutto era stato preparato minuziosamente: stands, palco e tavoli, tutto particolarmente curato nei minimi dettagli.

Si respirava un’atmosfera familiare, ognuno di noi sembrava un tassello immancabile di un disegno più grande, ognuno aveva la stessa importanza e lo stesso peso specifico, e la somma di tutti doveva fare la manifestazione.

Mi sento così di complimentarmi con le due associazioni che si sono occupate interamente dell’organizzazione: ”Jebena Onlus” di Palestrina e “Una canzone per te… canto di una madre al cielo”, no profit, di Gallicano nel Lazio.

Abbiamo parlato altre volte di come l’Associazione di Gallicano sia nata in supporto alle famiglie che hanno subìto la perdita di figli e familiari, per rispondere ad un’esigenza nata dopo che i fondatori hanno provato questo immenso dolore. Mentre l’Associazione di Palestrina è nata per supportare e portare aiuto in una terra martoriata da anni di guerra civile e siccità: l’Eritrea. In questo caso, però, le due realtà si sono unite nuovamente per uno scopo comune a beneficio del nostro territorio.

La manifestazione, totalmente a scopo benefico, infatti quest’anno si è prefissata come obiettivo quello di acquistare un ecografo per il pronto soccorso dell’ospedale civico di Palestrina e confida, anche, nell’aiuto di altre associazioni/enti che vorranno parteciparvi al fine di poter riuscire nell’intento. La raccolta di sabato scorso (circa € 3000,00) intanto costituisce un primo fondo cassa al quale chi vuole potrà aggiungersi o con altre raccolte pubbliche o con donazioni private. Ci si aspettava un po’ più di affluenza ma il periodo ricco di cerimonie purtroppo ha costretto in molti a non partecipare.

Per la prima volta la serata canora si è svolta a Palestrina, è iniziata con la S. Messa nella cattedrale S. Agapito, celebrata da Don Enrico Pinci. Il resto della manifestazione si è poi svolto in piazza. Ad allietare la serata oltre agli stands gastronomici (dove con 10€ si poteva consumare un pasto completo ed avere la possibilità di vincere uno dei premi in palio per la lotteria) diversi gruppi musicali della zona, straconosciuti ai più.

Hanno presentato la serata Rossella Lattanzi, che è poi il presidente dell’associazione che porta il nome della manifestazione, e Paolo Filippi, vulcanico direttore dell’emittente locale Radio Onda Libera.

Particolare attenzione va data ai gruppi musicali che hanno intrattenuto una grande quantità di gente che è accorsa da ogni paese della zona, cominciando da “Peppe Là e gli uomini di Mescal” che con la loro grinta hanno fatto cantare e ballare la folla. E’ stata poi la volta della voce tenebrosa e suadente di Marco Brecci e delle sue “Rane a Rubiera”, cover di Ligabue molto popolare in questa zona.

La musica poi ha avuto il suo momento migliore, non me ne vogliano gli altri gruppi, con Daniela Ciampitti, vincitrice della trasmissione televisiva “The winner is”, che ha cantato la canzone da lei scritta proprio per Rossella. Anche il gruppo “Tarcus Houlin’wind and Blues Train”, che con le mille armoniche, l’Hammond e gli altri strumenti tradizionali hanno letteralmente messo i brividi a tutti gli amanti del blues e non solo. Il concerto si è chiuso poi con “Triangolo Rewind”, cover di Renato Zero e Vasco Rossi. Posso senz’altro dire che le canzoni di Renato Zero hanno smosso i cuori di tutti i partecipanti. Ho visto urlare, agitarsi e commuoversi persone di ogni età in ogni angolo della piazza. Molto toccante anche il momento in cui sono stati liberati in volo tantissimi palloncini bianchi.

Se già il senso della manifestazione ci ha fatto provare dei sentimenti, in quel momento dello spettacolo questi sono stati veramente esaltati facendoci guardare anche verso il Cielo come a dire ai figli che sono lassù che noi non vivremo un secondo senza di loro. Loro sono in ogni nostro gesto, in ogni nostra decisione e ci accompagneranno per tutto il resto della nostra vita terrena che si concluderà con un abbraccio materiale proprio con loro stessi.

Un messaggio di speranza a tutte le mamme che si sono viste amputare i loro beni più preziosi e che insieme hanno deciso di reagire e di vivere con i figli al loro fianco e non di perdersi nel dolore che comunque si è annidato dentro di loro.

Personalmente mi sono commosso, emozionato, esaltato e ho ripreso fiducia nel futuro. Unirsi per qualsiasi scopo: questo è il messaggio che questa serata deve insegnarci, insieme si possono affrontare tutti i mali e vincerli.

Spero si avveri il desiderio di Rossella, di vedere un giorno questa manifestazione in platee più grandi.

Carlo Mergè

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