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Il Teatro Principe di Palestrina ha visto per ben tre giorni calcare le scene da un gruppo di giovani attori, alunni dell’ISS “Paolo Borsellino e Giovanni Falcone” di Zagarolo. Giovani che, senza nulla togliere alle normali attività didattiche, si sono impegnati a costruire uno spettacolo, vestendo di volta in volta il ruolo di attore, scenografo, costumista, video maker. Guidati dal regista Fabrizio Di Stante e sotto la “tutela” artistica delle proff Gentile e Pignalberi hanno messo in scena “Rumors” una farsa dell’autore americano Neil Simon.

Simon autore prolifico che a partire dagli anni sessanta ha prodotto opere famose da cui sono stati ricavati anche film di successo (A piedi nudi nel parco, La strana coppia, Il prigioniero della seconda strada) dove ha cercato di rappresentare vizi e virtù della classe media americana. Così è anche in Rumors una divertente commedia ambientata nella città di New York dove in un appartamento borghese si riuniscono diverse coppie di amici. Questo del riunirsi fra amici per un matrimonio, per un funerale, per un anniversario è il tipico plot di molte commedie e film anche di questi ultimi anni in cui vengono rappresentate sempre più spesso le nevrosi, le ipocrisie, quel dire e non dire tipico di un certo perbenismo borghese che il più delle volte poi esplode in drammi famigliari.

Ma ritorniamo ai nostri giovani attori. Scontata la loro inesperienza, va comunque apprezzato l’impegno che vi hanno profuso e che alla fine ha prodotto un risultato certamente positivo non fosse altro per averci dimostrato di non essere quei ragazzi “sdraiati” (felice definizione dei nostri giovani di Michele Serra) di cui sono piene le cronache della stampa, ma ci hanno mostrato dei giovani che hanno saputo “metterci la faccia” su un testo certamente non facile. Far ridere il pubblico non è facile, bisogna avere ritmo, il giusto tempo comico e per alcuni anche un notevole sforzo fisico come nel pezzo in cui Lenny devi fingersi Charley e affrontare la situazione inventando su due piedi una colossale ed articolata bugia che riesce a dare una spiegazione apparentemente logica che minimizza il suo ferimento e l’assenza di Myra e della servitù, in una casa dove erano attese diverse coppie di amici.,.

E se la preside Manuela Cenciarini (quanto è triste la definizione di “dirigente scolastico” che sembra rimandare più ad una azienda che non a una “comunità educante”), puntando tutto su formazione e cultura, vede nei suoi studenti la “meglio gioventù” a cui propone un percorso formativo dove scuola e teatro interagiscono in un progetto che porta dei giovani a scoprire la bellezza del calcare le scene di un teatro, purtroppo un luogo non troppo frequentato in questi ultimi anni, dentro un percorso scolastico multidisciplinare; letteratura, storia sociale (la classe borghese e la sua sottocultura), disegno, musica, nuove tecnologie, ma anche l’antica arte della manualità artigiana nel costruire la scenografia. Nel teatro interagiscono diversi linguaggi: verbale, non verbale, mimico, gestuale, iconico, musicale e la riuscita dello spettacolo sta tutta dentro la fusione di questi elementi.

Chi recita a teatro poi non è solo l’attore, ma anche lo spettatore che “vive” l’esperienza della rappresentazione come se fosse realtà e non una finzione.

In Rumors, dal latino “rumor”, che si può tradurre in “pettegolezzo” “diceria”, ritroviamo l’amara considerazione di Papa Francesco:

“Noi siamo abituati alle chiacchiere, ai pettegolezzi. Ma quante volte le nostre comunità, anche la nostra famiglia sono un inferno, dove si gestisce questa criminalità di uccidere il fratello e la sorella con la lingua!”. Chissà quanti ritroveranno in queste parole situazioni ed emozioni rappresentate nella farsa di Simon. Ma soprattutto i giovani attori sapranno farne tesoro per la loro vita “reale”, perché il teatro, sia per chi lo fa ma anche per chi lo riceve, è un momento di crescita attraverso emozioni, immagini, sensazioni.

Il nostro augurio è che non solo il liceo “Borsellino e Falcone” ma anche altri istituti superiori progettino “laboratori teatrali” per arrivare magari in un prossimo futuro ad una rassegna dei “teatri di scuola” del nostro territorio, per riavvicinare i giovani a vivere attraverso il “drama” sogni e speranze di quella “meglio gioventù” a cui purtroppo noi adulti stiamo togliendo il futuro e perché come dice Pippo Delbono:

“Il Teatro, per me, è un atto d’amore, una relazione amorosa, è un atto di comunione, un rito sacro”.

ROBERTO PAPA

 

 

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