Intervista a Valentina Innocenti, Assessore alla Cultura.
Dopo l’intervista a Fabiola Cilia, passiamo a conoscere Valentina Innocenti. Assessore alla cultura, turismo, sport, spettacolo e politiche giovanili. In quota PD eletta consigliere si è dimessa per assumere l’incarico di assessore.
Giovanissima, è del 1984, laureata in archeologia è alla sua prima esperienza politica. Spesso l’abbiamo vista con il caschetto ed abiti da cantiere all’opera per le strade di Palestrina. Abbiamo iniziato con gli assessori donna per motivi di cavalleria, poi andremo a conoscere anche gli assessori uomini. Vado a memoria e quindi potrei anche sbagliarmi ma credo che Cilia ed Innocenti siano le prime donne in giunta dai tempi del Sindaco Cingolani, quindi un onore per loro.
Finalmente a Palestrina c’è un assessore alla cultura! E soprattutto un assessore alla cultura che sappia cosa fare e come farlo, una archeologo in una città di archeologia. Dopo anni sono state riunite le deleghe al turismo ed alla cultura che in una città d’arte come la nostra sono fondamentali. Sei soddisfatta delle deleghe che ti sono state affidate? Potresti essere definita un assessore tecnico più che politico.
Buongiorno, innanzitutto Vi ringrazio per questa intervista. Sono decisamente soddisfatta delle deleghe che mi sono state affidate, me le sento in qualche modo cucite addosso, sia per il percorso di studi che ho maturato negli anni che per le grandi passioni della mia vita: l’arte, la musica e lo sport ovviamente! Lascio a voi la libertà di “etichettarmi” come più vi piace; le amministrative non hanno di certo cambiato la mia identità, continuo ad essere l’archeologa che molti di voi hanno visto all’opera per le vie della città, desiderosa di aggiungere un tassello in più al mosaico di bellezze che ci appartengono. L’obiettivo di oggi è lo stesso di ieri, lavorare sodo per il bene comune.
Palestrina per le sue prerogative potrebbe vivere solo di turismo e di tutto il terziario ad esso collegato, ad esempio alberghi, vendita di souvenir ecc., però mancano sia gli uni che gli altri. Anni fa un tuo predecessore disse che a Palestrina per il turismo gli alberghi non servivano a niente. Come giudichi questa situazione e questa affermazione?
Non mi permetto di giudicare nessuno, ognuno è libero di impostare il proprio lavoro come meglio crede, poi si può sbagliare o meno. Penso però che cultura e turismo debbano correre su due binari paralleli, insomma l’uno non può escludere l’altro. Il patrimonio di cui disponiamo ha un valore inestimabile e il turista che arriva a Palestrina deve innanzitutto poterne godere; a coloro che hanno maggior tempo a disposizione deve essere data la possibilità di poter permanere più a lungo in città. Se poi contestualizziamo questa “eredità” all’interno di una realtà viva, frizzante e in continuo fermento, allora abbiamo fatto tombola! C’è tanto da fare. I mesi che verranno saranno piuttosto intensi ma la cosa non mi spaventa, al contrario, mi sono messa in gioco perché credo che le cose possano migliorare.
Viviamo in uno dei siti archeologici più belli d’Italia, un museo nazionale di tutto rispetto, un personaggio come Pierluigi, solo per dirne alcune. Tutte cose che andrebbero rivalutate e “sfruttate” per il benessere generale della città. Altrove tutto questo patrimonio verrebbe considerato una miniera d’oro per tutti, qui a volte è considerato un ostacolo. Sei d’accordo?
Assolutamente no. Da quando il binomio “patrimonio culturale” è considerato un ostacolo per la città?
Hai anche la delega alle politiche giovanili, per anni a Palestrina i giovani siano stati affidati fino al 13-14 anni alle parrocchie e dopo ai pub, poco è stato fatto dalla istituzioni. Da noi si praticano tutte le discipline sportive, l’idea di agevolare l’avvicinamento dei giovani allo sport magari anche tramite le scuole, potrebbe essere una cosa positiva. Una sana vita sportiva potrebbe essere un deterrente da alcol e droghe che purtroppo non mancano da noi.
Certamente, fare attività fisica è fondamentale per la vita di ogni individuo: una semplice camminata oppure discipline che richiedono maggiore impegno fisico ci mantengono in forma e in salute. Ma non dimentichiamo che lo sport ha soprattutto una funzione socio-educativa: è uno strumento essenziale di integrazione sociale, educa al rispetto delle regole, ed è portatore di principi fondamentali quali tolleranza, spirito di squadra e lealtà. La cultura dello sport, quella sana, è un efficace strumento terapeutico e formativo: i bambini che frequentano le scuole della nostra città vengono avvicinati alle attività sportive – il nuoto ad esempio – già dalla scuola primaria e credo sia necessario seguirli anche nel delicato momento dell’adolescenza. Sicuramente lavoreremo sodo anche su questo punto.
Restando nello sport. Le divisioni del calcio Palestrina hanno giocato fuori città per parecchi tempo pur avendo un impianto che fu il primo stadio del Lazio in erba dopo l’Olimpico ed il Flamino di Roma. Il Basket Palestrina ha giocato per anni a Zagarolo e ora gioca in un palazzetto che in qualsiasi altro paese verrebbe considerato un gioiello. Intanto abbiamo lo “Sbardella” che da anni è un cantiere aperto e non utilizzabile, un palazzo dello sport sicuramente sovradimensionato per Palestrina, fermo allo scheletro in cemento da anni. Hai delle deleghe bellissime ma non hai avuto una bella eredità.
In questi giorni mi sto confrontando con pratiche e problematiche più o meno difficili, sto cercando di valutare da dove sia bene cominciare e a cosa dare la priorità, vista la mole di lavoro che c’è da fare. Lo studio, l’impegno, la chiarezza e la trasparenza sono gli strumenti che sto utilizzando e che mi accompagneranno in questo percorso. Il clima che si respira è piacevole e sereno, sto collaborando con persone che sin dal primo momento si sono dimostrate disponibili e pronte a rispondere ad ogni mia domanda. E’ un ottimo inizio.
Faccio anche a te la domanda che ho già fatto a Fabiola Cilia e che farò anche agli atri vostri colleghi. cosa replichi a chi dice che dietro di te c’è Igino Macchi. Dietro Fabiola Cilia, Peppe Cilia e Pietro Petrassi. Dietro Magliocchetti, Rodolfo Lena. Dietro Raul Mattogno, Nazzareno Dolce. Dietro Sabelli, tutta la nomenclatura di Carchitti.
Correggo: al mio fianco! Igino Macchi è una persona per cui nutro stima e rispetto: cortese, nobile d’animo, un vero Signore. Da Lui ho solo da imparare, fa politica da anni ed è un esperto del “settore”. Mi ha sostenuta sin dall’inizio così come tutti i rappresentanti del partito democratico. Il percorso che ho davanti è nuovo e la mia formazione non può essere fine a se stessa ma viceversa supportata e coadiuvata da chi ha più esperienza di me, anche nuovi colleghi e collaboratori intendo. Siamo giovani con la testa sulle spalle, al servizio della città per il bene comune, abbiamo idee e voglia di fare, energia e tenacia. Soltanto il tempo potrà dimostrare se il nostro operato aprirà nuove strade per il futuro di noi tutti, intanto faremo del nostro meglio. Grazie.