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Da qualche settimana a questa parte Palestrina si è scoperta essere una fucina di geni, una patria di esperti e di periti!

Al di là delle transenne del cantiere del palazzo crollato in corso Pierluigi, ci sono solamente lunghe file di grandi geologi, archeologi, ingegneri idraulici, ingegneri strutturali tecnici di stabili pericolanti, non c’è più un pensionato, un commerciante, una casalinga, un cittadino qualunque, ma solamente esperti magistrali. Tutti pronti a giudicare il lavoro dei tecnici, a giurare che è colpa della fogna fatta dieci anni fa, che è colpa dei mobili troppo pesanti, che è colpa delle troppe macchine che passano, che è colpa di chi andava in barca nel lago sotterraneo, che è colpa di……, ecc., ecc..

Ora sono tutti meravigliati e stupiti che è stata scoperta una bellissima cisterna in opus quadratum di marmo perfettamente conservata e funzionante, ma lo sapevano pure i sassi che li sotto c’era una cisterna.

leonardo

Come da manuale Palestrina si è divisa in due fazioni, chi addossa le colpe ai proprietari e chi addossa le colpe alle amministrazioni che si sono susseguite nel tempo. Di qualcuno la colpa sarà sicuramente, non sarà totalmente degli uni o degli altri, ma credo che ci vorranno anni, perizie di esperti (quelli veri), avvocati e sentenze. Purtroppo stante la giustizia italiana ho paura che dovremmo convivere per molti anni con una palizzata lungo il corso, come quella che ha fatto bella mostra di se in Piazza della Liberazione per quasi 50 anni.

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Questo crollo ha anche fatto nascere una pletora di urbanisti, tutti pronti a pianificare chiusure ed aperture del centro storico, circolazioni fantastiche e fantasiose del traffico sia veicolare che pedonale. C’è chi ipotizza ricostruzioni avveniristiche del palazzo con messa in vista della cisterna o sistemazioni a giardino dell’area o addirittura la sua trasformazione in zona archeologica. C è pure chi ha già pensato ad un bel parcheggio meccanizzato per 10 – 15 posti auto.

Una cosa positiva c’è stata, persone che non si sono mai interessate alla vita del centro storico di Palestrina adesso di punto in bianco si sono ritrovati ad esserne i più strenui difensori e conoscitori. Qualsiasi chierichetto si è autoproclamato Papa e pontifica su cosa fare e come farlo, ma come dicevano gli antichi “per dire messa bisogna saperla”.

Un briciolo di ironia non fa mai male, non giudichiamo nessuno, anzi, che il popolo si interessi alla vita vera della città è più che giusto ed auspicabile sempre, non solo in casi di disagio. Però magari prima di attaccare etichette alle persone sarebbe il caso di aspettare che architetti, archeologi, geologi, ingegneri ed avvocati facciano il loro lavoro, che traggano le loro conclusioni, solo allora potremo dire di avere la verità.

Tutta la città ha subito un danno, in primis i proprietari dello stabile ovviamente, ma poi anche i residenti e i commercianti ed i fruitori del centro storico, i cittadini, ma se guardiamo i telegiornali possiamo ritenerci fortunati, non abbiamo avuti lutti, ci sentiamo tutti vicini a quelle città completamente devastate dalle alluvioni. Forse i romani che invece di far sprecare l’acqua piovana la convogliavano in cisterne come quella di corso Pierluigi non sbagliavano!

Pietro R

 

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