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‘Scrivo per il bisogno fisiologico di ridere di ciò che ho intorno’

Irriverente, spontaneo, ironico e travolgente. Paolo Hendel, di fronte all’ennesimo tutto esaurito della Casa delle Culture e della Musica, ha presentato il suo ultimo libro nell’ambito della rassegna “Velletri Libris”, ideata e realizzata dalla Mondadori Bookstore Velletri con la collaborazione della FondArC.

Il noto comico e attore ha parlato del romanzo La giovinezza è sopravvalutata, edito da Rizzoli, dando vita con la propria spigliata simpatia ad un vero e proprio show. Il libro abbina una parte artistica e creativa, dovuta anche alla formazione di Hendel (dottore in lettere), a quella scientifica curata insieme alla geriatra Maria Chiara Cavallini che fornendo delle schede reali di alcuni pazienti ha dato lo spunto ad Hendel per lavorare su questa temuta e irrimediabile fase della vita che è la terza età.

Un periodo che, secondo l’autore, è tutt’altro che da vivere negativamente: “L’unica soluzione per non arrivarci è morire prima, ma non mi sembra una grossa idea”, ha chiosato suscitando le risate delle oltre duecentocinquanta persone presenti nel Chiostro. Dal “manifesto per una vecchiaia felice” alle situazioni di tutti i giorni è un battito di ciglia per lo spensierato Hendel: “Avete fatto caso che dopo i cinquanta anni a cena si parla di un sacco di argomenti che conciliano l’appetito, come gastroscopie, colonscopie, malattie. Per gli uomini, in particolare, la prostata è l’argomento base. Io pensavo fosse un ingrediente da utilizzare in cucina, ma dopo aver girato tanti urologi ho capito che è un problema”.

La paura delle malattie è una delle costanti per gli uomini e per le donne che superano il mezzo secolo. Il flagello è il web, che spesso con enciclopedie mediche e contenuti poco affidabili contribuisce a confondere: “Il dottor Google è il più interpellato. Lo ascoltano tutti. Ma possibile? Sì, possibile. Se pensiamo che c’è gente che crede alle scie chimiche oppure alle storie sui vaccini perché lo dice anche Povia. A me Povia è simpatico, ma è un cantante…”.

Il passaggio alle questioni di attualità è stato quasi automatico. Prima su tutte, l’immigrazione: “Leggo dei dati ISTAT che dicono di una diminuzione degli sbarchi, poi sento Salvini e parla di invasione. Secondo me c’è qualcosa che non torna. Di sicuro, però, ci sono due posizioni: una radicale che dice di buttarli tutti a mare e una più gentile che dice ‘aiutiamoli a casa loro’. Che poi sarebbe come dire ad uno che fa l’autostop in tangenziale” – ha sottolineato Hendel, scherzando ma facendo passare un messaggio serissimo – “che lo si aiuta, gli si dà un passaggio, però con la sua macchina”.

Il marcato accento toscano dell’autore ha accompagnato la serata, trascorsa fra una battuta e una risata. Riguardo al motivo che lo ha indotto a scrivere un libro divertente e serio al contempo, Hendel ha dichiarato: “Sentivo un bisogno fisiologico di ridere delle cose che ci circondano”. Dante, Beatrice, Leopardi, Plinio, Properzio: tanti i personaggi e i poeti che si ritrovano nelle pagine de La giovinezza è sopravvalutata, spesso utili a far capire come molte situazioni siano identiche all’antichità ad oggi. “Certo che Properzio doveva essere un gran rompiscatole” – ha spiegato Hendel – “seppur un grande poeta. I suoi versi sono belli, ma appena si lascia con Cinzia comincia a dire che è una bellezza che sfiorisce. Non deve averla presa proprio bene… le dice persino che la vecchiaia non potrà mai nasconderla”.

La terza età, asse portante del libro di Hendel, è ormai una fase che in Italia riguarda una larga fetta di popolazione. Non deve mai coincidere, però, con la rassegnazione. “Ho conosciuto molti grandi maestri di vita” – ha svelato lo scrittore toscano – “e ho capito che l’indignazione è una molla per il cambiamento a ogni età. Non si possono accettare tutte le ‘bischerate’, bisogna invecchiare bene. Il mio amico Monicelli diceva ‘La vita è un balocco’ e aggiungeva che il cinema è il balocco dei balocchi. Mi ha insegnato tanto, così come Bruno Lauzi che con la sua forza ha reso leggera la malattia di Parkinson, dicendo che grazie a quel male aveva imparato a suonare le maracas e aveva smesso di bere perché era più quello che versava che ciò che beveva”.

Tra i ‘vecchi’ che hanno insegnato molto ad Hendel naturalmente figura suo padre, il cui ritratto è emerso dalla lettura di uno dei testi a lui dedicati, dove l’ironia della vita si unisce al dubbio, sentimento prezioso da coltivare, con la consapevolezza che alla fine della giostra “si è giovani una volta sola, ma si può essere immaturi per sempre”. In quest’ottica gli anziani non sono quelli che si inacidiscono o che incattiviscono, anzi possono ammorbidirsi, possono vivere a trecentosessanta gradi e far fruttare le loro esperienze diventando una risorsa. La chiusura della serata è stata esilarante, come tutta la durata della presentazione: una carrellata di battute infinite ha regalato risate e applausi. “Mi dicono che gli anziani fanno meno incidenti. Lo credo: usano meno il cellulare. E poi sono nostalgici al volante: usano quelle cose antiche come la freccia quando girano…”.

Ezio Tamilia, come sempre moderatore dell’incontro, ha voluto stimolare ulteriormente l’estro comico di Hendel chiedendogli il perché dell’ingresso nel mondo dello spettacolo a 30 anni, della laurea a 44 e del matrimonio a 54 anni: “Se lo avessi saputo, questa domanda sulle mie scelte avventate l’avrei usata per scrivere qualcosa di più nel libro…”. “Ma è notorio” – ha poi aggiunto – “che per una cosa buona che faccio cento ne sbaglio, quindi sono lento in tutto. Io salgo sul palco con la voglia di ridere ma non so sempre bene quello che devo dire”. Una carrellata di epitaffi veri e presunti, alcuni dedicati a personaggi della televisione e della politica contemporanea, ha chiuso una serata leggera, fra ilarità e riflessione.

Un altro grande successo per la rassegna “Velletri Libris”, ideata e prodotta dalla Mondadori di Velletri, che adesso prosegue nel doppio appuntamento della settimana con Laura Morante (martedì 17 alle 21,00) e la Serata Sellerio con due ospiti d’eccezione (Francesco Recami e Paolo Simi, venerdì alle ore 21,00).

Rocco Della Corte 

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