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BAR BISTRO’- PIAZZALE DELLA STAZIONE FFSS – ZAGAROLO

 

SABATO 8 MARZO 2019 INCONTRO PCI FGCI  E PUBBLICO PRESENTATA “LA VERITA’ SULLE FOIBE-STORIA E TESTIMONIANZE”

ALLORA TUTTE DA RISCRIVERE LE VICENDE DELLE FOIBE?

Sabato, 8 marzo 2019, alle ore 16, presso il Bar Bistrò sul piazzale della stazione ferroviaria di Zagarolo, c’è stato un incontro tra militanti del PCI, della FGCI ( Federazione Giovani Comunisti Italiani) e interessati al tema proposto: “La verità sulle Foibe – storia e testimonianze”.

Ha introdotto il tema Daniele Baccarini della segreteria PCI di Zagarolo-San Cesareo-Colonna. Ha presieduto il Segretario del partito, Antonio Pisa. Ospiti qualificati, come Cosimo Carrozzo, storico ed ex Preside del Fobras di Basilea e Stojan Spetic, già senatore e attuale membro del Comitato Centrale del PCI.

La storia e le testimonianze più circostanziate sulla questione delle Foibe sono contenute nella lettera aperta inviata recentemente  dall’ex Senatore Stojan Spetic al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.

Nella lettera il Senatore dichiara che non è stata detta tutta la verità sulle Foibe, dove sono stati gettati, non solo italiani, ma anche partigiani, fascisti e perfino soldati tedeschi. La sete di vendetta, in quei tristi giorni, faceva commettere crimini di ogni genere, senza alcuna distinzione tra innocenti e colpevoli. Solo esecuzioni sommarie senza alcun appello.

C’è un significativo passo della lettera in cui l’autore chiede al Presidente Mattarella di “non recarsi a Lipa o alle fosse ardeatine di Lubiana e nemmeno all’isola quarnerina di Arbe. Per capire meglio la storia del confine orientale, basterebbe che Lei visitasse il cimitero di Gorizia”, dove sono sepolti veri e propri martiri come Lojze Bratuz, costretto a bere olio di macchina mescolato con benzina e frammenti di vetro.

Nel finale il Senatore Spetic specifica che “l’esodo degli italiani dall’Istria venne regolato anch’esso dal trattato di pace. Fu comunque una tragedia per molti, come lo fu per gli sloveni ed i croati che nel primo dopoguerra dovettero emigrare per salvarsi la vita dalla violenza iniziata già con l’incendio della Casa Nazionale degli sloveni a Trieste nel luglio 1920 cui seguì una dura repressione fascista”.

Il discorso si chiude con una raccomandazione: “La pace ed il riconoscimento dei rispettivi confini col trattato di Osimo del 1975 gettarono le basi per una convivenza pacifica e la collaborazione in tutti i settori dell’economia, della scienza e della cultura con prospettive di sviluppo inattese, che il rivangare dei sentimenti di revanscismo e di odio possono inficiare”.

Che cosa avrà risposto il Presidente Mattarella alla lettera?  Potrebbe risultare vero, dopo  una nuova e più approfondita indagine, quanto  scritto dal Senatore Spetic?

Prima di parlare di storia bisogna che passi ancora molto tempo, in quanto passioni e ricordi dei fatti vissuti condizionano fortemente la verità.

 

Pino Pompilio

 

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