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Con la voce “Sagra” chi la sente immagina subito ciò che si celebra. Nel nostro caso, siccome si tratta della Sagra dell’ Uva, allora siamo certi di vedere grappoli di uva dovunque volgi lo sguardo. E, invece, non è così. Di uva se ne vede sempre di meno.
E, poi, con l’ uva che si fa? Si fa il vino.
È naturale che ci sia anche il nettare di Bacco. Una volta, anni fa, in piazza Giulio Cesare si allestiva un singolare gazebo rotondo, con il tetto di paglia, tipico delle capanne, che, costituivano il villaggio delle primitive abitazioni dei Sancesaresi a Colle Marcelli.
Dentro quel gazebo centrale c’ erano botti di vino e dei “cantinieri”, per mo’ di dire, che servivano vino per lo più bianco, preferito dai locali.
Del resto si doveva celebrare la Sagra dell’ Uva e dei Prodotti Tipici Locali e lo si faceva alla grande.
Venerdì 27 settembre ha avuto luogo l’ inaugurazione dei tre giorni dedicati a questo evento e cioè venerdì, sabato e domenica 27 -28 e 29 settembre. Hanno presenziato la Sindaca di San Cesareo, Alessandra Sabelli, i Sindaci dei d’ intorni, nonché le Autorità civili e militari, accompagnati dalla Banda Comunale.
Si è passati, poi, in rassegna i molteplici punti della piazza, allestiti e addobbati per l’ occasione.
Non solo la prima, ma anche le altre due serate sono stati presi d’ assalto gli stand gastronomici, le giostre e altri numerosi luoghi di divertimento. Una vera e propria folla di partecipanti ha occupato tavolate e spazi attrezzati, sparsi qua e là, per godersi le specialità dei numerosi punti-ristoro.
Sul grande palco in Piazza Giulio Cesare, la prima serata, ha deliziato il pubblico il complesso “I Figli delle Stelle”, la seconda il travolgente gruppo dei “Nostalgia ’90”, la terza hanno chiuso in bellezza i “Dik Dik”. Che spettacoli! Che goduria! Che musica e che canzoni!
La parte storica della 54^edizione della Sagra diciamo che si è salvata in calcio d’ angolo. Per fortuna un po’ d’ uva c’è ancora, grazie a coltivatori ormai in via di estinzione, come Gino Pera, che ne è il principale fornitore. Altrimenti, per quel po’ che serve, si attinge altrove.
Attraente, come sempre, la scena dal vivo della pigiatura dell’ uva, sabato 28. La simpatica simulazione è stata promossa dall’ Associazione “Le Capanne” e del “Gruppo Folk degli Organetti” del Maestro Paniccia. Incantati soprattutto gli spettatori più piccoli. Loro, insieme a genitori e accompagnatori, mettono allegria con il loro entusiastico assalto a giostre, giochi e attrazioni di vario genere, come le Mini Olimpiadi e la sfilata con il Carro caratteristico della Vendemmia.
Di grande interesse la partecipazione al Corteo storico e rappresentazione dei giochi della conca e tiro con l’arco, grazie all’ adesione del “Magistrato del Palio di Sant’ Agapito di Palestrina”, domenica 29, ultimo giorno della Sagra.
Per tutti musica a non finire non solo dei complessi, ma dovunque, giostre comprese. Immancabili i balli in piazza su motivi invitanti e irresistibili.
Insomma una Sagra da archiviare non come stantia, obsoleta e superata, ma come grande attrazione e motivo per stare insieme e divertirsi in modo sano, semplice e condivisibile.
L’ uva, il vino, i prodotti genuini della terra e delle tradizioni sono ancora l’ elemento essenziale e unico per mettere e far vivere i popoli in pace.
Un fantasmagorico fuoco pirotecnico ha chiuso i bei momenti di questa 54^Sagra, che passa alle fantastiche storie del “C’era una volta a San Cesareo…”.
Il bis questo fine settimana a Zagarolo. I nostri vicini non sono da meno. Hanno tradizioni, cultura e voglia di superare sempre se stessi. Sono ancora dei Maestri. Pino Pompilio

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