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SAN CESAREO PARTITO IL TOTOLISTE PER LA SFIDA DEL 10 GIUGNO NON FACILE AZZECCARE L’ORDINE DEI RISULTATI DELLE 4 LISTE

CHI SUCCEDERA’ AL SINDACO PANZIRONI?

 

Sembra facile, ma così non è. I Sancesaresi di sorprese, in fatto di elezioni, non sono certo nuovi. In 28 anni di autonomia le urne hanno sempre sfornato risultati non in linea con le previsioni. Del resto, è normale che sia così. L’eterogeneità, l’intelligenza multiforme della popolazione e altre valide ragioni rendono le competizioni elettorali ancora più interessanti. Non parliamo, poi, della divisione e dell’imbarazzo tra gli elettori per la quantità e la qualità delle liste.

Ma vediamo quello che sta succedendo in questa tornata. Si è aspettato, per la formazione degli schieramenti, i risultati delle politiche e delle regionali del 4 marzo. In questi si sono distinti la Lega e il M5S. In ombra i partiti storici. Euforici Grillini e Leghisti locali, pronti a preparare ognuno la propria lista. L’ideale sarebbe stato allearsi e farne una sola.

A San Cesareo Di Maio e Salvini, non avrebbero trovato gli ostacoli che hanno incontrato a livello nazionale. L’accordo sarebbe stato uno scacco matto a tutte le altre forze politiche. Facile e impossibile immaginare di battere Lega e M5S alle amministrative di giugno. Ma non è andata così.

I Grillini ce l’hanno fatta a non cedere  al canto delle “sirene” di quanti li volevano alleati. Si presentano da soli. I seguaci della Lega, al contrario, prima tanto attivi, entusiasti e volitivi poi il flop e l’inserimento nell’annunciata da lungo tempo lista Mattogno.

Intanto gli amarcord del PCI preparavano la loro lista e si muovevano, seguendo una linea collaudata, quella dell’incontro diretto con i cittadini sui colli, nei quartieri e in tutto il territorio di San Cesareo.

All’orizzonte prendevano sempre più consistenza i due destituiti dal governo Panzironi. Infatti la Maggioranza si stava spaccando e si preparava al futuro. Aveva perduto la propria compattezza e accelerava il processo di divisione: da una parte Massimo Mattogno, dall’altra Alessandra Sabelli. Entrambi aspiranti a Sindaco.

Il primo baciato dalla fortuna di avere dalla sua il Sindaco Panzironi, che ha passato a lui la delega di Vicesindaco tolta alla Sabelli. Questa non si è persa d’animo e, grazie ad una naturale vocazione di famiglia alla politica e reduce di alti consensi elettorali nella tornata elettorale del 2013, si è sentita una novella Giovanna D’Arco alla riscossa. Anche Achille Mastracci è stato privato della delega di Assessore. La sua delega è passata al Consigliere di Maggioranza, Michele Rossi. Insomma è stato un balletto di condanne e di promozioni.

Il quadro, alla vigilia del 10 giugno, si è fatto sempre più chiaro. Quattro le liste all’arrembaggio del Comune. Sono tutte da studiare attentamente, più che nella parte del programma, quanto in quella delle capacità dei candidati a realizzarlo.

La cosa nuova di queste elezioni è che devono cambiare tante cose, soprattutto quelle mai affrontate dall’autonomia ad oggi. Il Piano Regolatore in primis. Per questo, largo a chi saprà osare di più, avere rapporti immediati e costruttivi con la gente, prontezza e immediatezza di decisioni, determinazione, coerenza e ferrea volontà di andare fino in fondo.

L’era dei tatticismi e delle facili e allettanti promesse è ormai tramontata. La gente in cabina dovrà ascoltare la propria coscienza e avere responsabilità sia  verso se stessi e sia verso San Cesareo. Solo così potrà esserci un possibile cambiamento, altrimenti si è incantato il disco e la musica sarà sempre la stessa. E’ una solfa che dura ormai da 28 anni.

 

Così l’esito del sorteggio dopo la presentazione delle liste al Comune:

  • Lista Sabelli                         –   Lista civica
  • Lista Mattogno                     –   Lista civica
  • Lista Rocco Bruno               – M5S
  • Lista Valentina Faraone       – PCI
  •                                                                                                        Pino Pompilio

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