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DSC05326L’azione combinata tra la Parrocchia, il Comune, la Pro Loco, il Comitato Sant’Antonio e altri “gruppi” sociali, religiosi, sportivi hanno reso bella e interessante la festa di Sant’Antonio Abate. Ogni anno la si celebra il 17 gennaio. A San Cesareo, come anche nei paesi vicini, è molto sentita. Ognuno segue le proprie tradizioni che sono più o meno uguali.

Martedì 17 si è pensato di privilegiare di più l’aspetto religioso. La messa delle 17,30 è stata solenne e partecipata. La chiesa era superaffollata. I bambini del catechismo e dell’ACR erano stipati intorno all’altare con ai piedi la statua del Santo.

DSC05362Finita la messa, ovazione dei fedeli a Sant’Antonio, patrono degli animali, con preghiere, canti e manifestazioni di giubilo. Fuori, intanto, il Comitato Sant’Antonio e la Pro Loco hanno acceso un bel fuoco e preparato cioccolata calda, che veniva offerta a tutti coloro che la prendevano per golosità e per riscaldarsi un po’. Non era molto freddo, però neppure tanto dolce l’aria della sera.

Domenica, 22 gennaio, il tradizionale rito della benedizione degli animali e delle macchine, dopo la messa, anticipata alle 9,30 e la seguente processione. Niente banda musicale e niente fuochi d’artificio. Esauriti, invece, i pani benedetti. Due ceste colme più scorte.

Infine, il pranzo con polenta come primo, salsicce e verdure cotte per secondo. Quasi un centinaio di persone si sono prenotate per gustare cose genuine servite ai partecipanti, sistemati in sala parrocchiale. Cuochi e assistenti più che sufficienti nel gazebo-cucina per la preparazione dei piatti. Perfino l’Assessore all’ambiente, Massimo Mattogno.

Niente di eccezionale, ma l’essenziale sì, per avere la certezza che la tradizione e la devozione a Sant’Antonio Abate non sono al tramonto, ma rinvigorite e determinate a continuare.

Pino Pompilio  

 

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