SAN CESAREO: TRA TANTO MALE NEL MONDO, QUI UN SEME DI UMANITA’
In questa ultima settimana appena trascorsa l’Europa ha riscoperto il terrore e l’angoscia della guerra che, stavolta, è arrivata proprio dietro l’angolo…
Eh si, è arrivata, perché ci sono posti un po’ più lontano da noi dove la guerra è una condizione di vita ormai da anni, ma proprio perché sono lontani, lontanissimi, per noi non esistono, diventano un’informazione relegata in qualche anfratto del nostro cervello, salvo riscoprirla quando le cose, poi, ci toccano da vicino.
Per la maggior parte di noi è così. Fortunatamente, però, ci sono persone che, invece, dedicano gran parte della loro vita e delle loro energie al servizio dei più sfortunati, seppur a grande distanza da noi e immersi in una cultura diversissima dalla nostra. E non serve andare lontano per dare un aiuto, si può fare benissimo da qui, da due passi da casa.
Queste persone non sono aliene, ma le possiamo incontrare nelle nostre strade, mentre svolgono la loro vita quotidiana, le loro normali mansioni. Magari è il nostro vicino di casa o il nostro salumiere o anche il nostro parroco come, ad esempio, Padre Michele Momoli della Parrocchia della Madonna della Fiducia a San Cesareo.
Eravamo a conoscenza di una cena di beneficenza che si è svolta presso il Ristorante Baficchio a Palestrina il 23 ottobre scorso organizzata proprio da Padre Michele allo scopo di raccogliere fondi per dei progetti missionari che lui sta seguendo, tra cui anche adozione a distanza, e gli abbiamo rivolto alcune domande:
Come è nata l’idea di una cena di beneficenza?
L’iniziativa della cena di beneficenza è il risultato della mia esperienza missionaria prima nelle Filippine ad aprile e poi nella Repubblica Democratica del Congo ad agosto. Queste due esperienze mi hanno spinto a preparare ed organizzare un ufficio parrocchiale missionario che abbia tre compiti principali: quello di sensibilizzare il territorio riguardo le missioni di noi “Apostoli di Gesù Crocifisso”, quello di organizzare eventi di cui il primo, appunto, è la cena di beneficenza, infine quello di mantenere i contatti tra i bambini adottati e le famiglie adottanti.
Che risposta ha avuto dal territorio prenestino?
La cena di beneficenza è stata sicuramente un enorme successo, hanno partecipato circa 150 persone, sono stati raccolti parecchi soldi che, però, sono sempre un fuoco di paglia rispetto alle necessità che hanno queste popolazioni.
Quali sono gli obiettivi che volete raggiungere?
L’obiettivo principale di queste iniziative è quello di spingere le persone ad adottare a distanza, infatti attraverso questo piccolo gesto (sono € 25.00 al mese per ogni bambino sia filippino che congolese, circa 80 cent al giorno) possiamo dare un aiuto concreto a questi bambini in una forma continuativa.
Quali sono i centri a cui sono destinati i vostri aiuti?
Nella missione delle Filippine sono presenti i nostri seminaristi, abbiamo 3 ettari di terreno e questa comunità può diventare radiazione di bene attraverso i molti bambini poveri che la frequentano e che qui hanno una possibilità di migliorare la propria vita. Nella Repubblica Democratica del Congo la missione si trova nella regione del Kasai di etnia Luba dove si parla thsiluba, più precisamente la missione sorge presso il lago di Munkamba, dove c’è assolutamente una situazione di estrema povertà.
Mi sembra di capire che la missione più bisognosa sia quella in Congo.
Le missioni sono sorte entrambe in luoghi di estremo bisogno, ma al momento la situazione del Congo è quella che più mi ha colpito durante le mie visite.
Ci parli di questa missione, quali sono i progetti legati ad essa?
Il progetto umanitario è seguito da una Onlus di Udine, “I volontari di Maria Immacolata”, fondati dall’attuale nostro Padre Generale, Padre Jean Claude Nzembele ed insieme stanno facendo veramente un bel lavoro. C’è un grande progetto attorno a questo lago, per la creazione di una scuola, di un ospedale, di case, di sviluppo agricolo e di allevamento. Vogliamo cercare di fare anche una cooperativa di trasporti perché la cosa che più mi ha impressionato è vedere questi bambini e persone di tutti i tipi che per settimane, addirittura mesi, portano sopra una bicicletta quintali di merce per andare a venderla, alcuni fino allo sfinimento, immaginatevi di spingere 100 kg su una bicicletta sulla sabbia… io ho provato a portare la bicicletta ed è una cosa veramente pesante… Molti muoiono per questo ed allora noi vorremmo cercare di istituire una società di trasporti per aiutare il mercato e il commercio di questa popolazione.
Cosa cercate di ottenere con le vostre iniziative?
Oltre a famiglie, persone che si prendano a cuore questi bambini con l’adozione a distanza, abbiamo bisogno di collaboratori che mi aiutino nell’ufficio missionario parrocchiale, mi aiutino ad animare e a sensibilizzare le comunità locali per il bene di queste missioni che noi Apostoli di Gesù Crocifisso cerchiamo di portare avanti con tutto il cuore.
La nostra scelta di pubblicare ora questa testimonianza, a distanza di un mese dall’evento, è una risposta, seppur piccola e forse insignificante, alle notizie che in questi giorni ci stanno sommergendo. Vogliamo sperare che con l’esempio concreto si possa ancora parlare d’amore verso l’umanità, si possa ancora sperare nel bene.
Padre Michele sta facendo tanto per i nostri ragazzi attraverso un’oratorio seguitissimo che permette di svolgere una vasta gamma di attività, dalla danza alla fotografia, allo sport. Nonostante tutto il suo impegno per il nostro territorio non dimentica di tendere una mano dove c’è più bisogno e dovrebbe essere un esempio per tutti noi.
Dal male può solo nascere il male, è con il bene che si sconfigge la paura e, a volte, basta davvero poco. E chissà che da una piccola goccia possa sgorgare l’oceano…
Gioia Cafaro