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CANTO DI NATALE DI CHARLES DICKENS: LA CONVERSIONE DELL’UOMO ALLA BONTÀ E ALLA BELLEZZA

L’Associazione culturale “il tempo diverso” di Castel Gandolfo ha festeggiato con grande successo la fine dell’anno offrendo al numeroso pubblico, accorso alla sala Toni Ucci, uno spettacolo teatrale che ha unito sul tema del “tempo passato, presente e futuro” la storia dell’avaro Scrooge (dal “Canto di Natale” di Charles Dickens), raccontata con intensa emozione dall’attrice Anna Maria Achilli, che ne ha curato anche l’adattamento drammaturgico, intrecciandola con la storia della lunga vita di Elio Pandolfi.

A fare da accompagnamento musicale, musiche di Bach, Corelli, Mozart, Haendel, Strauss, eseguite sapientemente dal quartetto d’archi “Le Dissonanze”, composto da Manfred Croci e Fabiola Gaudio ai violini, Achille Taddeo alla viola e Marco Simonacci al violoncello e le percussioni di Maria Grazia Achilli. Il Tempo passato, presente e futuro rappresentato dagli “Spiriti del Natale”, descritti da Dickens nel suo racconto, è stato ripreso nella storia della vita di Elio Pandolfi, uno degli ultimi nostri grandi attori del novecento, il quale ha raccontato, alternando momenti allegri ad altri velati di nostalgia e tristezza, una vita dedicata al pubblico attraverso le molteplici espressioni dell’arte della parola: dalla rivista di varietà, al doppiaggio, dal teatro al cinema, dalla radio alla televisione, passando per la pubblicità del mitico Carosello.

Pandolfi ha debuttato nel 1948, settantanni fa, ma vederlo duettare con la Achilli, in un teatro dedicato ad un altro grande attore e suo caro amico quale è stato Toni Ucci, ha dato dimostrazione della sua grande capacità attoriale, facendo rivivere ad un pubblico attento, partecipe, ma soprattutto divertito, la storia culturale del nostro paese: da Orazio Costa a Visconti e Federico Fellini (la cui sciarpa rossa ha regalato a Pandolfi, che la indossa durante lo spettacolo come fosse la coperta di Linus, a proteggerlo) restituendoci in pieno la figura di un artista elegante e versatile, con una voce, nonostante l’età, ancora duttile e intonata.

Tanti i ricordi, ma certamente quello che si poteva ben collegare al racconto di Dickens era il tema della povertà: quella di un’Italia appena uscita dalla guerra e quella di una Londra che Dickens descrive nel suo racconto. Il Canto di Natale ci riporta ad una Londra di metà 800 dove la povertà e lo sfruttamento colpivano soprattutto i bambini, che era anche quella dell’Italia in cui Pandolfi ha debuttato e la cui storia artistica ha attraversato la seconda metà del novecento e che lo vede nei primi due decenni di questo secolo ancora attivo nei teatri italiani.

Bene ha fatto la regista Achilli a fondere in un unico spettacolo la storia dell’avaro Scrooge con la storia di vita di Elio Pandolfi. Due storie solo apparentemente lontane, ma unite ambedue dalla bellezza. Scrooge scopre la bellezza della bontà aiutato dai tre spiriti del Natale, Pandolfi attraverso il racconto della sua vita ci ha mostrato la bellezza della vita attraverso l’arte dell’attore e i suoi valori, tutti e due, Scrooge e Pandolfi, ci raccontano di un Natale che non è solo feste e regali, ma ci parlano della persona umana che è generosità e comprensione. Applausi scroscianti per tutto il cast.

Roberto Papa

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